Il secondo giorno di gelo tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo passa nel silenzio delle controparti. Trapelano soltanto le voci dei pontieri, di quelli che stanno lavorando per ricostruire un canale di comunicazione affinché la frattura tra i due in qualche modo, come ancora non si sa bene, venga ricomposta.

CERCA DI DIFFONDERE ottimismo Luigi Di Maio, che giovedì pomeriggio era nella sala dei gruppi di Montecitorio ad assistere all’intemerata di Grillo e che è stato usato dal garante come esempio positivo della classe dirigente che ha saputo mettere in piedi. «Il Movimento 5 Stelle è una splendida comunità – twitta il ministro degli esteri – Insieme abbiamo affrontato diverse fasi, anche le più difficili e complicate, ma le abbiamo sempre superate usando testa e cuore. Il bene che tutti vogliamo al Movimento è il pilastro su cui fondare le nostre decisioni. Mettiamocela tutta». Oltre a Di Maio, la diplomazia interna sarebbe rappresentata anche da Roberto Fico e dal sociologo Domenico De Masi, che più volte ha fornito consulenze al Movimento 5 Stelle.

IL SENATORE Mario Turco, ex sottosegretario a Palazzo Chigi che viene considerato uno dei parlamentari più vicini a Conte, cerca di mettere in luce la pars construens: «Ci sono interlocuzioni in atto – racconta Turco – Auspico che nelle prossime ore, entro la settimana prossima, si chiuda la trattativa. Confido in un avvicinamento agli obiettivi da parte di Conte e da parte di Grillo». La scadenza però è vicinissima: domani è il giorno in cui l’ex presidente del consiglio dovrebbe fare un discorso pubblico, la prima esternazione da quando Grillo lo ha messo all’angolo e il Movimento 5 Stelle si è cacciato in questo vicolo cieco dopo giorni di silenzio abbastanza eloquenti. «Conte ha fatto una proposta – rimette in fila le cose Turco – Su quella proposta c’è una discussione. Questi obiettivi devono comportare cambiamenti radicali rispetto al passato, altrimenti è solo un restyling di facciata». Il riferimento è all’accusa che Grillo fa a Conte di voler stravolgere il M5S quando lui gli aveva dato mandato di limitarsi ad «aggiornarlo». Intanto Grillo un risultato l’ha ottenuto: tutti sono tornati a cercare di decifrare i post che vengono diffusi dal suo blog in chiave di allegoria politica, come se fossero indizi della tattica immediata. Ieri ha posta il testo di un neuroscienziato che esplora il tema del limite del libero arbitrio: anche se siamo liberi di agire non possiamo determinare il contesto e il ventaglio di scelte che ci troviamo davanti, è il succo del testo diffuso dal fondatore del Movimento 5 Stelle.

ANCHE Mario Perantoni, presidente della commissione giustizia della Camera, fa appello alla concordia: «Grillo e Conte si parlino, si chiariscano, si mettano d’accordo ma non deludano il popolo pentastellato – è l’esortazione di Perantoni – Anche perché dalle loro incomprensioni nascerebbe una destabilizzazione dell’intero quadro politico».

I DUE LEADER si scrutano a distanza e sanno che dal modo in cui arriverà, se arriverà, il riavvicinamento dipenderà la forma e la storia del nuovo corso del Movimento 5 Stelle. Lo sa Grillo, che ha provato a giocare d’anticipo mettendo Conte in difficoltà. E lo sa Conte, che non ha alcuna intenzione di mostrare segni di cedimento di fronte a quella che considera ancora una pugnalata alle spalle da parte della persona che gli aveva consegnato le chiavi del M5S. La clessidra intanto si consuma. Il tempo corre, e la prima forza parlamentare si avvicina all’implosione.