Nell’estate del 2009, Beppe Grillo era come al solito in vacanza in Costa Smeralda. Scelse perciò la sezione del Pd di Arzachena, in provincia di Sassari, per presentare domanda d’iscrizione allo scopo di partecipare alle primarie per la segreteria nazionale del partito. Il seguito è noto: la tessera gli venne rifiutata e Piero Fassino formulò la battuta profetica resa celebre dagli eventi successivi («Se Grillo vuole fare politica fondi un partito, vediamo quanto prende»), e nacque il Movimento 5 Stelle.

La sortita gallurese di sette anni fa torna utile a Grillo per mettere una pezza sui trascorsi politici dei due nuovi assessori della giunta Raggi Andrea Mazzillo (già candidato col Pd) e Massimo Colomba (che si presentò con l’Alleanza di centro). È l’ennesima prova che la tenuta della situazione romana deve molto alla benedizione di Grillo, che l’altro giorno ha subito postato il suo augurio ai nuovi arrivati, e di Davide Casaleggio, che negli ultimi tempi avrebbe messo bocca alla selezione degli assessori. La linea che dal Veneto, terra d’origine del trevigiano Colomban, conduce al Campidoglio passa per gli studi milanesi della Casaleggio Associati.

Qui lavora il trentottenne Federico Pittarello, veneto di Padova. Fu lui a tenere il «discorso motivazionale» agli eletti in Parlamento, nel 2013. Sempre lui deterrebbe le password per aggiornare il blog di Grillo. Ancora, fu lui a istruire deputati e senatori circa la «rendicontazione», la procedura attraverso la quale i parlamentari restituiscono una parte dello stipendio. Quei soldi finiscono al Fondo di garanzia della Piccole e Medie imprese, dal quale attingono finanziamenti alcune aziende del gruppo Confapri di Colomban, sorta di Tea Party in salsa veneta. Il liberista Colomban non ha mai fatto mistero, ad esempio, di essere a favore di grandi opere quali Tav, Mose, autostrade, passanti e via costruendo. E il M5S ha votato spesso, in Regione, assieme alla maggioranza a trazione leghista di Luca Zaia, come quando (ormai sei mesi fa) si è trattato di abrogare la legge regionale a tutela della cultura rom e sinti.

La prima riunione di giunta con le due new entry è fissata per venerdì prossimo. Intanto, Sel invoca il rispetto delle quote rosa: «Presenteremo ricorso al Tar – annuncia Gianluca Peciola – Con le ultime due nomine la sindaca viola l’articolo 5 dello Statuto che chiede di assicurare ’una presenza equilibrata di uomini e donne’ nella composizione dell’esecutivo».