La si po’ considerare l’ultima sfida del 2013 o la prima del 2014, fatto sta che comunque la si voglia vedere Beppe Grillo l’ha persa. L’invito rivolto agli italiani dall’ex comico perché non seguissero il tradizionale discorso di fine anno dal Quirinale per sintonizzarsi invece sul suo blog, è caduto nel vuoto, come del resto era prevedibile. Meno prevedibile che gli italiani si affollasero davanti agli schermi per sentire le parole di Napolitano più numerosi del solito, facendo registrare un aumento degli ascolti del 2,8% rispetto al 2012, segno che gli appelli rivolti da Grillo, ma anche dalla Lega, hanno sortito esattamente l’effetto opposto.

Impossibile, invece, sapere quante persone hanno ascoltato il contro-discorso tenuto alle 20,30 del 31 dicembre – in contemporanea con la diretta dal Colle – dallo stesso Grillo sul suo blog. Blog con cui per alcuni minuti è stato impossibile connettersi probabilmente a causa dei troppi accessi, la cui reale entità però fino a ieri sera non è stata resa nota né dal capo del M5S né da qualcuno del suo staff.

Del resto era chiaro che l’invito a disertare il discorso di fine anno dal Quirinale era solo l’ennesima provocazione del leader pentastellato, che ha comunque approfittato dell’occasione per lanciare la campagna elettorale per le elezioni europee e per tornare sui principali cavalli di battaglia del movimento: dall’attacco ai partiti e alla Corte costituzionale per i tempi lunghi con cui ha deciso sul porcellum, alla messa in stato di accusa del capo dello Stato. «A gennaio presenteremo l’impeachment contro Napolitano, spero che come Cossiga si dimetta prima. Non può permettersi di bloccare un paese», ha detto.

Per il suo contro-discorso Grillo ha scelto un ambiente molto informale. Una stanza con una gigantografia dello stesso leader vestito da Garibaldi e una fotografia in bianco e nero. Lui, in camicia a quadri, promette di non dire parolacce (in realtà gliene scapperà qualcuna) e per una volta di non urlare. Ma si tratta delle uniche concessioni. «Non faccio concorrenza al presidente della Repubblica io ho sempre fatto questi discorsi alla fine dell’anno. E’ lui che si sovrappone a una voce popolare», attacca subito. Senza risparmiare critiche a quanti ancora non votano il suo movimento: «Avete ancora il coraggio di votare per chi ha rovinato il paese?», chiede. «Continuate a farlo se volete, ma allora non vi lamentate».

Grillo parla per 17 minuti e 51 secondi. Difende il lavoro svolto in parlamento dagli eletti del suo movimento che, ricorda, «si sono dimezzati lo stipendio e hanno restituito 42 milioni di euro di finanziamento pubblico». Poi rivendica la decadenza da senatore di Berlusconi e la richiesta di dimissioni del ministro Cancellieri per la vicenda Ligresti e infine chiede di andare al voto subito con il mattarellum. Ma è all’Europa che dedica la parte più forte del suo intervento. «L’euro non è un tabù», dice promettendo, in caso di vittoria, un referendum sulla moneta unica. «Se il M5S va in Europa ridarà all’Italia un ruolo centrale» assicura, promettendo anche di rivedere scelte già adottate: «Le politiche economiche europee sono contro gli interessi nazionali, dettate dagli interessi tedeschi – dice -, le ricontratteremo e se necessario disdetteremo accordi firmati da altri governi, come quello Monti».

Infine Napolitano. La richiesta di impeachment del capo dello Stato è uno dei primi impegni presi dall’ex comico per l’anno nuovo. Obiettivo sul quale Grillo ha trovato fino a oggi il consenso dei falchi Forza Italia e probabilmente anche della Lega, che proprio in questi giorni deciderà se aderire o meno alla campagna del M5S. Intanto anche l’altra sera Grillo non ha mancato l’occasione per attaccare il capo dello Stato «colpevole» – ha spiegato – «di essersi fatto rieleggere contro al Costituzione» e di aver «battezzato il governo delle larghe intese con un pluriprocessato in seguito condannato per truffa fiscale».

Lo stesso che, paradossalmente, adesso potrebbe avere come alleato nella richiesta di messa in stato d’accusa di Napolitano.