Decreto subito, entrata in vigore dilazionata. Il dl che fisserà l’obbligo di Green Pass per i dipendenti pubblici sarà varato in settimana, probabilmente giovedì. L’obbligo però non scatterà subito ma in ottobre, quasi certamente a partire dal 10 del mese, data nella quale è già prevista l’entrata in vigore per i dipendenti delle Rsa del dl varato la settimana scorsa, che verrà assorbito sotto forma di emendamento dal primo decreto sul pass, in discussione ora al Senato. La dilazione non è frutto di una mediazione con una parte della Lega, la cui divisione in materia è ormai clamorosa ed evidente, ma per dare ai dipendenti pubblici il tempo di prenotare almeno la prima dose e disporre così, dopo 15 giorni, del lasciapassare.

Le altre categorie interessate saranno quelle più a contatto col pubblico e il criterio adottato è in fondo il più logico: il lasciapassare sarà necessario per gli operatori di tutte le attività nelle quali già lo si chiede ai clienti. La platea dovrebbe allargarsi anche agli operatori dei mezzi di trasporto «a lunga percorrenza».
Al momento non è prevista invece l’estensione immediata ai lavoratori del privato. Arriverà ma in un secondo tempo, perché bisogna prima raggiungere un accordo con sindacati e Confindustria che al momento non c’è. Per la verità anche per quanto riguarda i dipendenti del pubblico un punto in sospeso ancora c’è ed è il principale scoglio anche per quanto riguarda il privato: i tamponi. I sindacati chiedono che il costo non sia a carico dei lavoratori, Confindustria esclude che se ne faccia carico l’azienda, il governo non intende sborsare un soldo per chi rifiuta il vaccino. La mediazione alla quale è probabile che si arrivi dovrebbe essere l’assunzione dell’intero onere da parte dello Stato per chi non può vaccinarsi per questioni di salute ma solo l’abbassamento del prezzo per alcune categorie e fasce d’età.

Però anche per quanto riguarda l’estensione immediata del Green pass ai lavoratori del privato l’ultima parola non è detta. A riaprire la partita è il numero due del partito della maggioranza meno convinto dell’opportunità della carta verde obbligatoria, la Lega. «L’ipotesi di estendere a tutti il Pass è in discussione», affonda Giancarlo Giorgetti. Che prosegue allargando ulteriormente la presa di distanza da Matteo Salvini: «L’esigenza delle aziende è la sicurezza per chi opera nei reparti. Un solo contagiato rischia di far chiudere tutta l’azienda. Dobbiamo dare certezza sia sotto il profilo sanitario che sotto quello dell’organizzazione del lavoro. Credo che si andrà verso un’estensione senza discriminare nessuno». È la linea dei governatori del nord, già esplicitata in modo molto chiaro dal veneto Luca Zaia. Non è quella del leader. Salvini ha già accettato l’obbligo per i dipendenti del pubblico. Resiste sul fronte degli esercizi privati come ristoranti o cinema e a maggior ragione sull’estensione all’intero universo del lavoro privato. Anche sull’ipotesi dell’introduzione dell’obbligo vaccinale per legge qualche sfumatura sensibilmente diversa tra i due leader leghisti c’è. Per Salvini l’obbligo non va neppure preso in considerazione. Per Giorgetti è «solo l’ultima istanza, da valutare con attenzione per la sua delicatezza». Ma, dice ancora il ministro, «quando siamo entrati al governo sapevamo di assumerci il peso e la responsabilità di una situazione complicata».

Più che uno strappo la mossa di Giorgetti è una forzatura per costringere il leader a spostarsi definitivamente e senza più ambiguità sul versante più «governista». Sinora il leader leghista ha tentato di mantenersi in un impossibile equilibrio, approvando le misure del governo ma strizzando sempre l’occhio al fronte No Green Pass per non lasciare tutto quel campo a FdI. Sarà così fino alle elezioni, poi però il leader dovrà scegliere tra il partito di lotta e quello di governo. Il fronte Giorgetti-governatori ha ben chiaro quale dovrà essere la sua scelta.
Nessun problema invece sul fronte della terza dose. Ieri il ministro Speranza e il commissario Figliuolo hanno deciso che si partirà il 20 settembre, a cominciare dai soggetti immunocompromessi.