Gli Oscar non sono importanti. I film premiati sono spesso mediocri ma ho già scritto di questo l’anno scorso. C’è un’altra cosa però. Gli Oscar sono pericolosi. Se hai la sfortuna di essere nominato, devi fare attenzione! Sei sotto la lente d’ingrandimento. Mickey Rourke era il favorito per «The Wrestler» qualche anno fa fino a quando ha usato un termine omofobo nei confronto del rivale Sean Penn e Penn ha vinto. Natalie Portman, brava sì, ma era veramente lei a ballare in «Black Swan»? Gli attacchi arrivano dai rivali in gara – ben nascosti ovviamente – e adesso anche da un pubblico armato di social e di tweet; gente che si sente offesa dal fatto che la famosa statuetta forse rimarrà nelle mani di chi non è arrivato in cima alla classifica dell’arte cinematografica con il cuore puro e un passato senza macchia.

Il caso di «Green Book» – il nuovo film con Viggo Mortensen e Mahershala Ali – è stato nel mirino per diversi motivi dopo la première a Toronto. Mortensen ha usato la parola che inizia per ‘N’. Lo ha fatto in maniera innocua, parlando di razzismo, ma negli Stati Uniti un bianco semplicemente non può usare questa parola … e basta. Lui si è scusato. Poi lo scrittore – e figlio del protagonista – Nick Vallelonga ha scritto un tweet islamofobico. Si è scusato e ha cancellato il suo profilo. Ma è il film stesso che dà fastidio a tante persone.

Il film racconta una ‘storia vera’, ma ci sono molti dubbi e polemiche anche per questo. Un italo-americano Tony Vallelonga (Mortensen) trova lavoro come autista per un musicista di colore Don Shirley (Ali) per una serie di concerti nel sud. Alcuni critici hanno notato come questa sia l’ennesima storia di razzismo raccontata dal punto di vista di un razzista che viene istruito e curato. Secondo Tambay Obensen di Indiewire, Shirley è un ‘negro magico’. Ma altri hanno criticato il ruolo di Vallelonga e la sua storia di ‘bianco salvatore’. In realtà entrambe le storie sono vere ma quando sento queste frasi mi viene in mente una cosa che il mio vecchio professore ha scritto ai margini del mio compito: ‘La vita è più larga della polemica’.

Non voglio discutere della validità delle critiche ma il film è un po’ più «largo». Vallelonga è un operaio e il suo capo Shirley è uno snob, ma negli USA non si parla di classi economiche. Il rapporto reciproco fra i due uomini li cambia entrambi – non dico allo stesso modo. Comunque si può parlare di bianco magico e nero salvatore o forse guardiamo le storie al di fuori delle scatole etichettate. Il film non è un capolavoro. Non è il miglior film dell’anno. Neanche tra i migliori dieci. Perciò è perfetto per gli Oscar.