Il rischio Grexit sembra allontanarsi. Ieri ad Atene si sono incontrati il premier Alexis Tsipras e il Commissario per gli affari economici Ue Pierre Moscovici e l’esito del faccia a faccia sembra positivo. Per entrambi, la conclusione della seconda valutazione del programma di risanamento, si può raggiungere nel prossimo Ecofin del 20 febbraio.

Da una parte Tsipras che, oltre a rivendicare gli sforzi enormi del popolo greco e i risultati raggiunti in termini di risanamento dei conti pubblici – superiori alle attese – si augura che d’ora in avanti «regni la logica». Per questo, ribadisce in modo molto netto: «Basta austerità». Dall’altra, ottimista, il commissario Moscovici dichiara che «mancano ancora pochi passi per l’intesa».

In questo clima si inserisce anche il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, che, in un breve colloquio telefonico con Moscovici, avrebbe fatto sapere che, contrariamente a quanto aveva dichiarato qualche giorno fa, «è ancora possibile chiudere nel prossimo Ecofin». Ma in un continuo alternarsi di speranze e docce fredde, sempre Dijsselbloem, secondo il giornale olandese Financieele Dagblad ha dichiarato che «se l’Fmi non prende più parte al piano di salvataggio, la Grecia fallisce».

Nell’incontro con Moscovici a Megaron Maximu, il palazzo del governo greco, il leader di Syriza ha ricordato i «risultati impressionanti» dell’economia ellenica, sia per quanto riguarda gli obiettivi dell’avanzo primario e le entrate, sia per le previsioni fortemente positive per i prossimi due anni. «Tutti – avverte Tsipras – devono mostrare rispetto per i sacrifici del popolo greco». «Siamo disposti a discutere di riforme – aggiunge – ma senza che queste abbiano ricadute negative sull’economia del paese. Non abbiamo bisogno di un maggiore peso, ma, anzi, di sollievo». Facendo, così, un chiaro riferimento all’annosa questione del taglio del debito greco.

Da parte sua Moscovici ha confermato gli ottimi risultati della Grecia definendoli «molto soddisfacenti», e ha aggiunto che le previsioni della Commissione mostrano una crescita molto significativa nel 2018, pari al 3% del Pil. Ha riconosciuto anche che il risanamento dei conti pubblici, è superiore alle attese.

Ieri, in un suo articolo sul quotidiano tedesco Bild, il ministro greco delle finanze Euclide Tsakalotos, ha chiesto che non vengano fatte richieste irrazionali ad Atene . Siamo molto vicini all’accordo che potrà trasformare il circolo vizioso in un circolo virtuoso», scrive Tsakalotos. All’Fmi e soprattutto al super-falco Wolfgang Schaeuble, ricorda che «continuano a chiedere nuove riforme che non sembrano mai basarsi su una reale consapevolezza di quanto è già stato fatto».

Infine, dopo le numerose critiche piovute da Atene e dalla Ue in merito alle previsioni «eccessivamente negative» fatte sull’economia greca, il Fondo monetario prova a fare un passo indietro. In un’intervista al quotidiano tedesco Handelsblatt, infatti, il responsabile per l’Europa dell’Fmi, Poul Thomsen ha dichiarato: «Se si dimostrerà che le nostre previsioni sulla Grecia sono state troppo pessimiste, le cambieremo».

Questo, nel giorno in cui su twitter viene reso noto un rapporto del 2010 firmato dall’ex capo economista dell’Fmi, Olivier Blanchard, in cui metteva già in guardia circa i rischi della troppa austerità imposta ai greci. Destinatario del rapporto proprio Poul Thomsen. Per nulla dispiaciuto di questa fuga di notizie, Blanchard, autore dello studio, ha commentato (sempre su twitter): «Sette anni dopo, per la Grecia, non c’è ancora un piano chiaro e realistico».