La sera di lunedì scorso, la responsabile per i vaccini dell’ospedale Sotirìa di Atene ha ricevuto una telefonata. Veniva dal palazzo Maximou, l’ufficio del premier Kyriakos Mitsotakis, e le ordinava di annullare la vaccinazione di 30 operatori sanitari e pazienti in condizioni critiche già prevista per il giorno seguente. Al loro posto dovevano essere vaccinati i membri dello Stato Maggiore delle forze armate e quelli del governo: ministri, sottosegretari, direttori generali, parenti ed amici. Come effettivamente è avvenuto, in presenza di un anestetista, nella triste evenienza ci fossero complicazioni e la nazione rimanesse acefala.

Il fatto è stato prontamente denunciato ed ha provocato un mare di proteste: perfino il sindacato di destra dei medici ospedalieri ha alzato la voce. Il direttore di Sotirìa si è giustificato dicendo che i generali «erano sbucati all’improvviso» ma alla fine ha dovuto prendere in prestito alcune decine di vaccini per il personale più esposto. L’incidente, con ogni probabilità, non è un caso isolato. È servito comunque per spezzare la cortina di omertà che il sistema informativo greco ha steso su tutte le malefatte della destra al governo.

La settimana scorsa si erano viste dirette Tv sulla vaccinazione di Mitsotakis, della Presidente della Repubblica, dei leader dei partiti in Parlamento e del Sacro Sinodo, personaggi a cui è stata data la precedenza per dissipare la diffidenza dell’opinione pubblica. Da allora tutto è rimasto nel buio. Quanti sono i vaccini arrivati in Grecia? Nessuno lo sa. Il mese scorso il governo aveva annunciato più di 2 milioni al mese ma finora, secondo il ministero della Sanità, sarebbero arrivate 93.600 dosi, forse anche meno. La stessa fonte ha annunciato che fino al 10 gennaio saranno vaccinati «alcuni dirigenti in posizioni strategiche». Nella lista 126 deputati e responsabili regionali del partito di governo Nuova Democrazia. Posizioni estremamente strategiche, non si può dire.

Se è questa la situazione ad Atene, in provincia è tre volte peggio. Ogni deputato governativo ne approfitta per allargare il bacino di consensi. Non c’è alcun controllo, nessun ordine né nella cura né nella vaccinazione. Il ministro della Sanità Vassilis Kikilias, ex giocatore di pallacanestro, ha collocato alla direzione degli ospedali, faticosamente rimessi in piedi dal governo precedente, solo capi partito e grandi elettori. Lo ha denunciato su Twitter Antonis Karakoussis, direttore del giornale filogovernativo To Vima: «Negli ospedali di provincia, a Kilkis, a Kozani, a Goumenissa, si muore senza alcun aiuto dentro ospedali trasformati in centri di raccolta voti per conto dei deputati governativi», ha scritto.

E questo poiché «le nomine alla direzione di questi ospedali sono state criminali: è stata nominata gente senza arte né parte, ginnasti, montatori di infissi e altri analfabeti ne hanno assunto la direzione senza aver mai visto prima una struttura sanitaria». Non è la prima volta che Kikilias riceve i dardi non solo dell’opposizione ma anche del suo stesso schieramento. Probabilmente però il poco brillante ex cestista non fa altro che seguire fedelmente le indicazioni del premier: distruggere la sanità pubblica per favorire la totale privatizzazione del settore. E, nell’attuale emergenza, riservare cure e vaccini per chi è veramente indispensabile: i politici al governo e i loro amici armatori, finanzieri, importatori e costruttori. La plebe deve aspettare, forse l’estate, forse oltre.