Grecia: maratona dall’esito sempre più incerto
Crisi europea Tsipras a Bruxelles incontra Juncker e Schultz. Ma la Commissione prende le distanze: l'Eurogruppo è alla manovra e ad aprile scatta il nuovo "esame" sulle riforme, per un eventuale via libera al versamento della tranche di 7,2 miliardi. Schäuble: non escludo un Grexident. I tedeschi sempre più ostili. Le scadenze dei rimborsi si accumulano per Atene e i soldi mancano
Crisi europea Tsipras a Bruxelles incontra Juncker e Schultz. Ma la Commissione prende le distanze: l'Eurogruppo è alla manovra e ad aprile scatta il nuovo "esame" sulle riforme, per un eventuale via libera al versamento della tranche di 7,2 miliardi. Schäuble: non escludo un Grexident. I tedeschi sempre più ostili. Le scadenze dei rimborsi si accumulano per Atene e i soldi mancano
La maratona dall’esito incerto riprende per la Grecia, a poco più di un mese dal nuovo esame (finale?) di aprile, che stabilirà se Atene ha diritto al versamento dell’ultima tranche (7,2 miliardi di euro) del secondo piano di aiuti esteso di 4 mesi, sulla carta, dall’Eurogruppo del 20 febbraio scorso. Lunedi’ iniziano gli esami sullo stato di applicazione delle” riforme” imposte dai creditori della Grecia, dopo che gli esperti di Fmi e Ue, che erano ad Atene giovedi’, avranno stabilito lo “stato reale” delle finanze del paese. Ieri, Alexis Tsipras è stato a Bruxelles per esorcizzare una precipitazione degli eventi. Dalla Germania, Wolfgang Schäuble tuona, con un’intervista alla radio austriaca Orf, e evoca la possibilità di un Grexident, un’uscita accidentale dall’euro. “Nella misura in cui la Grecia sola ha la responsabilità, la possibilità di decidere cosa succede e visto che non sappiamo esattamente cosa fanno i responsabili greci – ha detto il ministro delle finanze tedesco – non possiamo escludere un’uscita disordinata dall’euro”.
La Commissione prende le distanze: il presidente Jean-Claude Juncker, pur assicurando di “escludere completamente la possibilità di un fallimento”, precisa che non è la sua istituzione ad avere la mano, ma l’Eurogruppo, che la vigilia il ministro delle finanze Yanis Varoufakis aveva accusato di essere lo strumento della “depoliticizzazione della politica economica europea”. Alexis Tsipras non riesce a spostare la trattativa sul piano politico, mentre solo “se c’è volontà politica tutto è possibile”, ha dichiarato a Bruxelles. Giovedi’, a Parigi, Tsipras ha messo a punto con l’Ocse una collaborazione per le riforme, dal fisco alla concorrenza, sperando che serva da “passaporto” di buona volontà per l’Eurogruppo. Tsipras ha incontrato anche Martin Schultz, ma il presidente dell’Europarlamento ha fatto orecchie da mercante di fronte alla richiesta di discutere su come mettere fine “alla crisi umanitaria” in Grecia: “sono qui per discutere del futuro – ha detto il premier greco – e avere il 60% di giovani disoccupati vuol dire non avere futuro”. Per Tsipras, la Ue non dovrebbe solo proporre “obblighi su obblighi”, ma anche offrire “aiuto, solidarietà, per uscire da questa brutta situazione sociale, un problema non solo greco ma di tutta l’Europa”. Schultz, uscendo dal suo ruolo istituzionale, ha evocato la polemica sulle riparazioni tedesche, invitando Tsipras di mettervi fine. La Germania aveva già ribattuto ad Atene: “si occupi dei problemi attuali”. In Germania, l’opinione pubblica è ormai sempre più ostile. Secondo un sondaggio della tv pubblica Zdf, il 52% è a favore di un Grexit (11 punti in più rispetto a tre settimane fa) e solo più il 40% vuole ancora la Grecia nell’euro. Un’inchiesta dell’istituto Forschungsgruppe rivela che per l’80% dei tedeschi la Grecia non si comporta seriamente con i partner e rifiuta ulteriori “aiuti”, mentre l’82% ha dubbi sulla volontà di riforme di Atene.
Anche Varoufakis è ormai chiaramente preoccupato per l’eventualità di un Grexident. Una “debole liquidità” potrebbe “far deragliare il processo su cui abbiamo lavorato molto”, ha denunciato il ministro delle finanze. Per Varoufakis una grossa responsabilità è della Bce, che sta attuando una “politica asfissiante” per Atene. La Bce tiene sulla corda la Grecia. Ha rifiutato di riaprire il rubinetto delle liquidità legato ai “collaterali” (prendere in garanzia le obbligazioni del paese, ormai “junk” per le agenzie di rating), ma alimenta l’Ela, la liquidità di emergenza (600 milioni in più giovedi’, portando a 69,4 miliardi il rifornimento). Intanto, ieri la Grecia ha dovuto far fronte a una nuova scadenza di rimborsi all’Fmi: 334 milioni, dopo i 310 restituiti la settimana scorsa. Il 16 e il 20 ci sono due altre tratte da pagare all’Fmi, poi altri 420 milioni ad aprile, sempre all’Fmi, 900 a maggio, 1,4 miliardi a giugno. Poi a luglio-agosto arriva la mazzata dei rimborsi alla Bce, 6,7 miliardi. Dove trova i soldi Atene? Sono invocate quattro fonti: 1) emissioni di Bot a breve (l’11 marzo sono stati emessi 1,3 miliardi a tre mesi, ma con tassi di interesse in rialzo) e per di più questa risorsa dipende dal benvolere della Bce di finanziare le banche greche, che sole comprano ormai obbligazioni del paese; 2) raschiare il fondo del barile nelle casse della previdenza sociale e delle pensioni (2 miliardi di questa provenienza sono stati utilizzati per far fronte alla crisi umanitaria), con il rischio di sollevare un’enorme inquietudine tra i cittadini; 3) aumentare le entrate fiscali (dopo un crollo del 17% a gennaio, pare che siano riprese un po’, il governo ha proposto la possibilità del pagamento degli arretrati in 100 mensilità e l’amnistia delle multe per chi paga tutto subito; 4) la tranche di 7,2 miliardi di euro del piano di aiuti, sottoposta pero’ all’esame dell’Eurogruppo sull’avanzamento delle riforme. “Credo veramente che potremo risolvere i problemi nelle prossime settimane” ha affermato Juncker. Ma il presidente della Commissione ha constatato “una mancanza di progressi”, in linea con il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, che sostiene che si è solo “perso tempo”.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento