Sembra che il segnale di via libera alla possibilità dell’accordo questa volta non sia venuto da Bruxelles, ma direttamente dall’Eurotower di Francoforte: ieri il presidente Mario Draghi ha superato le contrarietà dei paesi più rigoristi, a partire dalla Germania, e ha deciso di concedere altro credito alla Grecia: per altre due settimane, elevando il tetto del programma Ela da 65 a 68,3 miliardi, ma sono soldi preziosi. Ed è prezioso anche il messaggio rivolto all’Europa.

Sì perché questa decisione di Draghi è arrivata nel momento di massima tensione all’interno della trattativa, tuttora aperta, tra Atene e Bruxelles: sempre ieri il ministro dell’Economia grsco, Yanis Varoufakis, aveva confermato di star preparando una lettera di richiesta di altri sei mesi di finanziamento da parte della Ue, testo che però dovrebbe escludere la sottomissione alle rigide direttive della troika.

Sulla linea, per capirci, del documento Moscovici, quello sostituito all’ultimo momento da uno più duro, scritto dal presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, e che aveva determinato lunedì scorso la rottura. La proposta del commissario francese, più morbida, era sicuramente piaciuta di più ai greci, e sarà proprio su quella linea che Atene chiederà alle cancellerie europee, oltre che alla Commissione, di venirle incontro.

L’incontro decisivo, per discutere delle richieste greche e delle controproposte di Bruxelles, potrebbe essere già quello di oggi: tutto dipenderà da come verranno scritti i documenti, da entrambe le parti, per arrivare a una possibile sintesi: da parte greca si punta a dare l’impressione (soprattutto all’opinione pubblica interna) che non si è tornati ad accettare diktat rigidi come quelli della troika, ma da parte europea si dovrà dimostrare che non si è ceduto troppo: altrimenti non potrebbe arrivare un ok dalla Germania. Paese che, come si sa bene, conta eccome.

Intanto ieri Berlino ha tenuto a sottolineare le proprie posizioni: un’estensione degli aiuti alla Grecia è «inscindibile» dall’impegno a completare le riforme, ha detto il portavoce del ministero delle Finanze tedesco, Martin Jaeger. Ribadendo quanto detto negli ultimi giorni dall’inflessibile Wolfgang Schaeuble.

Ma il monito più rilevante è arrivato da Washington: il segretario al Tesoro Usa Jack Lew ha chiesto alla Grecia di trovare velocemente un «percorso costruttivo» per un accordo con l’Europa e l’Fmi. Secondo quanto riportano i media greci, Lew in una telefonata con Varoufakis ha espresso le sue preoccupazioni per l’attuale fase di stallo, che crea incertezze all’Europa. In mancanza di un accordo, ha detto il segretario al tesoro statunitense, la Grecia si troverebbe ad affrontare difficoltà immediate. Lew ha anche detto a Varoufakis che incoraggerà i creditori internazionali della Grecia a trovare un accordo.

Varoufakis a sua volta ha dichiarato che il monito non è rivolto solo alla Grecia, ma anche alla Ue: «Il segretario del Tesoro Usa mi ha effettivamente detto che un mancato accordo danneggerebbe la Grecia», ma «ha aggiunto che danneggerebbe anche l’Europa. Un avvertimento a entrambe le parti», ha scritto il ministro ellenico in un tweet.

Subito, a ruota, è arrivata quindi una dichiarazione di Angela Merkel. Che se può essere considerata come un’apertura alla Grecia, una conferma che dall’azione di Draghi in poi si è imboccata la via per un’intesa, dall’altro lato precisa che non tutto è concesso: «Se alcuni Paesi sono in difficoltà, allora daremo loro la nostra solidarietà – ha detto la cancelliera a un congresso del suo partito – Ma la solidarietà non è una strada a senso unico. Piuttosto, con gli sforzi dei paesi, è una faccia della stessa medaglia e sarà sempre così».

Infine è da segnalare un inatteso endorsement pro-Grecia del Bild, il settimanale più letto in Germania, in mano all’editore conservatore Axel Springer, supporter di Merkel: «Cara Grecia – scrive in un editoriale – se perdiamo te, non se ne vanno in fumo solo i nostri miliardi di euro, ma anche il nostro cuore. Il greco si parla da 4.000 anni. Dobbiamo salvare la Grecia: se salviamo la Grecia salviamo noi stessi. Che cosa sono i miliardi contro Omero, Aristotele, Socrate? La Grecia vale più di tutti i miliardi».