Tragicomico rimpasto del governo greco, iniziato come tragedia ma finito come una commedia di Aristofane. Come ogni rimpasto che si rispetti, quello della settimana scorsa avrebbe dovuto segnare il rilancio del premier Kyriakos Mitsotakis, appena uscito da un’estate drammatica, tra incendi indomabili, vaccini irraggiungibili e una ventata di carovita.

Il passo falso è stato fatto fin dalla prima nomina. Come nuovo ministro della Sanità, in tempi di pandemia, è stato scelto Thanos Plevris, no vax fino a ieri, ma soprattutto figlio del famigerato Kostas, il capo del Movimento 4 Agosto e l’uomo dei colonnelli in Italia all’epoca dello stragismo.
Immediata e durissima la protesta della comunità ebraica, che ha costretto il neo ministro a giurare solennemente di non condividere le idee antisemite del padre.

Si sa che per la poltrona si svende anche la madre se serve. Ma Thanos sarebbe stato più convincente se non fosse stato l’avvocato difensore del padre, imputato per un suo libro fortemente antisemita.

Dove il difensore ha fieramente rispolverato in aula tutti i luoghi comuni dell’antisemitismo. Thanos è il terzo ministro che proviene dalla formazione di estrema destra Laos, ora disciolta. Fino a pochi anni fa scendeva in piazza con Alba Dorata e teorizzava di «rendere la vita impossibile» agli immigrati come «l’unico metodo per arginare l’invasione».

Una vera gaffe ha invece segnato la nomina a capo del ministero della Protezione Civile, appena costituito, dopo i disastri estivi. Mitsotakis ha trionfalmente annunciato che il responsabile sarebbe stato Evanghelos Apostolakis, un ex ministro di Syriza.

Peccato che Apostolakis non aveva accettato l’incarico. L’ex ministro aveva posto come condizione che ci fosse l’assenso anche dell’opposizione. Il premier però non si era minimamente interessato di discutere la nomina con Tsipras e così si è ritrovato ad annunciare un incarico ministeriale inesistente.

A conclusione di una settimana di disperate ricerche nell’area del partito di governo, nessun deputato della destra ha voluto il prestigioso incarico. Alla fine si è trovato il modo per tappare il buco.

Il nuovo ministro è Christos Stylianides, ex commissario europeo, ex deputato conservatore. Ottimo curriculum, peccato che Stylianides non sia cittadino greco, ma di un altro stato: la Repubblica di Cipro. Dove la sua carriera politica si è distinta da continue capriole da un partito all’altro pur di ottenere incarichi prestigiosi e ben remunerati.

Per poche ore quindi la Grecia ha rischiato di essere l’unico paese del mondo in cui un cittadino straniero diventava membro del governo.

Ci ha pensato il ministro dell’Interno Makis Voridis (anche egli ex Laos ed ex sostenitore della dittatura militare), il quale ha scavalcato allegramente leggi e regolamenti, ha ignorato il fatto che Stylanides non ha mai vissuto in Grecia, e ha dato al cipriota la cittadinanza ellenica in tempi da record, appena 24 ore.

Eppure era stato lo stesso Voridis a cambiare la relativa legge in modo da renderla molto più severa, costringendo centinaia di stranieri, residenti da decenni, a sottoporsi a rigorosissimi esami pur di avere la preziosa cittadinanza greca.