«Grazie di tutto Professore!». È il saluto che gli rivolgono in tanti, tra coloro che lo hanno amato e stimato, che hanno appreso, sono cresciuti, si sono evoluti o liberati seguendo la bussola del pensiero di Stefano Rodotà. Ma ce n’è uno che forse avrebbe fatto particolarmente piacere al giurista e costituzionalista, scomparso a Roma ieri all’età di 84 anni, che non aveva mai smesso di camminare insieme alle ultime generazioni. È quello dei «ragazzi del Cinema America di Roma», che lo ringraziano pubblicamente «per il paziente e gentile ascolto che ha riservato nella sua vita a noi e a tutti i giovani che si sono mobilitati per difendere e migliorare la nostra società. I suoi consigli sono stati tra i più discreti e preziosi».

Le massime cariche dello Stato e tutto il mondo politico esprimono «profondo cordoglio» per la morte del docente di diritto civile. Il presidente Sergio Mattarella ricorda «le alte doti morali e l’impegno di giurista insigne, di docente universitario, di parlamentare appassionato e di prestigio, e di rigoroso garante della Privacy. La sua lunga militanza civile al servizio della collettività – aggiunge il capo dello Stato – è stata sempre contrassegnata dalla affermazione della promozione dei diritti e della tutela dei più deboli». Il premier Paolo Gentiloni affida a Twitter il ricordo di un «intellettuale di rango, straordinario parlamentare» che ha dedicato «una vita di battaglie per la libertà». «Ci mancherà», scrive invece su Facebook il presidente del Senato, Pietro Grasso, omaggiando «l’intelligenza vivace e la straordinaria capacità di affrontare con linguaggio semplice temi profondamente complessi». Come le battaglie «per il diritto di avere diritti anche nell’età digitale» ricordate dalla presidente della Camera Laura Boldrini, o la «difesa della legalità» su cui pone l’accento il ministro dell’Interno Marco Minniti. «Autentico combattente delle idee», twitta Maurizio Martina, vicesegretario del Pd e responsabile dell’Agricoltura.

«Gli abbiamo voluto bene», è il messaggio del vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio. E da Roma, la sindaca Virginia Raggi e l’amministrazione a 5 Stelle ringraziano il «giurista e politico di immenso spessore», che «è stato un grande riferimento per tutta la società».
Perfino qualcuno della parte politica avversa (non Renzi) rende a Stefano Rodotà l’onore che si deve ad un «avversario» cui «non si può non riconoscere la passione e l’onestà intellettuale» (Quagliariello di Idea), o esprime «vicinanza a tutta la comunità di donne e uomini che si è formata sui suoi valori» (Rampelli di FdI-An).

Ma particolarmente colpito dall’improvvisa notizia è il mondo dell’associazionismo, che lo aveva sostenuto come possibile presidente della Repubblica, e di quella sinistra che con Rodotà ha condiviso decenni di battaglie per i diritti civili, per la laicità dello Stato e per i «beni comuni». L’Arcigay saluta con commozione «un instancabile militante e un amico generoso», «una voce forte, un pensiero lucido, una grande integrità e una rara lungimiranza». «Il nostro Paese – scrive il presidente nazionale Gabriele Piazzoni – perde oggi un uomo grande, che ha saputo mettersi a servizio, dentro e fuori dalle istituzioni, dell’intera nazione, dei primi e degli ultimi». Il Consiglio nazionale forense ne sottolinea la capacità di «mettere sempre il diritto al di sopra delle fazioni». Nicki Vendola piange il «maestro di libertà». «Ci mancherà moltissimo – scrive il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni – la sua intelligenza mai scontata, il suo pensiero raffinato e forte, ostinatamente rivolto alla tutela dei diritti in un Paese come l’Italia nel quale troppo spesso sono negati, innamorato dei beni comuni e della Costituzione».

Alla moglie Carla e ai figli rivolge infine un particolare pensiero il Forum italiano dei movimenti per l’acqua che ricorda l’incontro con Rodotà «nella stagione della costruzione del movimento per l’acqua nel nostro Paese e nella battaglia referendaria di 6 anni fa», quando non solo il giurista lavorò alacremente «al nostro fianco» ma divenne «protagonista anche di un’elaborazione teorica innovativa sui beni comuni, senza la quale quella battaglia non avrebbe avuto la qualità e la diffusione che ha realizzato». «Andremo avanti – conclude la nota del Forum – nel nostro impegno e nel nostro lavoro contro le logiche di mercificazione dei beni comuni con la consapevolezza che il contributo che ad esso ha dato Stefano Rodotà continuerà a vivere».