La rivoluzione è qui, a Graz, seconda città austriaca per grandezza, capoluogo della Stiria. Lì, alle comunali di domenica il Partito comunista austriaco (Kpoe), partito che nel resto del paese quasi non esiste, ha sconfitto il partito popolare (Oevp), quello del cancelliere Sebastian Kurz, che governava la città da 18 anni. Una svolta radicale, fine di un’era. Primo partito della città balzando a un sensazionale 29%, è diventata la Kpoe, superando il già clamoroso risultato del 2017 dove col 20% si affermò secondo partito della città. Una crescita era prevista, non fino a diventare il primo, con la capolista 59enne Elke Kahr che sarà la nuova sindaca della città. Esce così fuori scena Siegfried Nagl, dopo più di tre mandati, gli ultimi anni insieme alla Fpoe, l’estrema destra. Fautore di mega progetti come la centrale idrica sul fiume Mur, che avrebbe distrutto un polmone verde della città, del progetto minimetrò e in generale di una crescente continua cementificazione della città, è stato punito dalle urne che hanno premiato Comunisti e Verdi che li contestavano. La Oevp ha perso il 12% scendendo al 25,7%, in discesa anche la Fpoe che con il 5% in meno si attesta al 10,9%. Buona affermazione dei Verdi, col 17,3%, mentre la Spoe, il partito socialdemocratico non si è ripreso dal tracollo del 2017, fermo al 9,6%, a Graz schiacciato dalla concorrenza di una sinistra più credibile.

TRAVOLTA dal proprio successo, Elke Kahr non si è ancora espressa sulla futura coalizione. Viene però dato per scontato che verrà formata con i Verdi e i socialdemocratici, rosso-verde rosso. È lo spettro rosso che Nagl agitava per spaventare gli elettori senza accorgersi che le barriere ideologiche erano ormai cadute. Fin dagli anni 90 quando il predecessore di Kahr Ernst Kaltenegger ha creato al comune il telefono d’emergenza per inquilini praticando una linea politica dal basso, di sostegno concreto alle persone al posto di grandi proclami o declamazioni ideologiche. È la stessa linea proseguita da Elke Kahr cresciuta nel quartiere Gries, abitata dai più poveri e dai migranti, (lì la Kpoe ha raggiunto il 38%) l’impegno sociale concreto, al primo posto per la casa, con aiuti pratici e battaglie di prospettiva. Aiuto anche finanziario in situazioni di emergenza – una lavatrice rotta, l’affitto, cibo…- possibile grazie all’autotassazione di due terzi di stipendio che gli eletti comunisti si impongono. Sempre a disposizione dei cittadini, che fanno la coda per incontrarla al Comune o nel Volkshaus sede della Kpoe. Intorno al Volkshaus e la Kpoe che organizza frequenti dibattiti, letture e anche concerti si è creato un senso di comunità che altrove manca. Sulle ragioni del successo comunista a Graz i commenti austriaci sono quasi unanimi: il profondo e continuativo impegno sociale. «Alcuni fanno promesse alcune settimane prima delle elezioni, noi ci siamo ogni giorno, e da anni a disposizione delle persone, soprattutto dei più poveri» ha spiegato Kahr.