Se Atene piange, Sparta non ride. Mentre i fratelli maggiori del Pd cercano un accordo sui tempi del loro «congresso costituente» , i fratelli minori di Liberi e uguali inaugurano la loro «fase costituente», decisa all’assemblea nazionale del 26 maggio e rimasta un po’ a bagnomaria fino a che non è scomparsa dall’orizzonte la possibilità di un rapido ritorno al voto.
Ora, dopo la batosta delle amministrative, dove in realtà la sigla di Leu compariva nella scheda solo in rari casi, il senatore Piero Grasso cerca di incitare le sue truppe spaesate ad andare avanti. «Il centrosinistra deve imparare la lezione», scrive in una nota, «C’è bisogno di rimodulare tutte le forze di sinistra e di riprendere in mano i valori fondanti, riallestendo un tessuto politico e culturale che possa reagire all’avanzata leghista».

La prima delle fasi costituenti di Leu porterà a «un manifesto della nuova sinistra italiana aperto al dialogo e al contributo di tutti», «Un percorso aperto, chiunque potrà iscriversi e con l’ausilio di 50 firme proporre dei temi da sottoporre alla validazione dei vari territori. Vogliamo procedere di mattone in mattone, con pazienza, tenacia e tanta umilta». Il secondo step «sarà riservata alla scelta della classe dirigente che sarà chiamato ad attuarlo». Il percorso non è breve «ma si tratterà di una fase molto attiva. Non staremo insomma seduti con i pop-corn in mano a vedere come va a finire, se Lega e Cinque Stelle saranno in grado o meno di mantenere le promesse formulate a quella fascia di popolazione, soprattutto nelle periferie eccessivamente trascurate in questi ultimi anni, che si è sentita compresa più dalla destra, da cui sono arrivate probabilmente quelle risposte di sinistra che in tanti si aspettavano dal Pd e dai suoi alleati».