Dopo la turbolenta settimana elettorale, si torna a giocare. Oggi in campo il Torino (a casa della Samp) e l’Inter (ospita il Crotone), due squadre utili per raccontare il momento del calcio in termini di governance e fatturato. Il presidente del Toro Cairo è stato infatti uno dei registi che hanno portato alla fumata nera della Figc e al doppio commissariamento voluto dal capo del Coni Malagò, che messo il fido Fabbricini in federazione si è preso la Lega di Serie A. Leggendo il Report Calcio 2017, si vede che il valore della produzione della Serie A incide per l’84% sul resto del calcio. E siccome sui ricavi della A i diritti tv incidono per il 60%, è facile capire come tutto il sistema calcio dipenda dalle tv. Di questo dovrà occuparsi Malagò.

Dopo due aste deserte sulla base di 1 miliardo l’anno, nulla in confronto ai 7 della Premier League, lunedì la spagnola MediaPro presenterà per l’ultima volta l’offerta da 6 miliardi per sei anni. Intervistato da La Stampa, il fondatore di MediaPro conferma la proposta di rivendere parte dei diritti alla concorrenza ma anche di un canale della Lega da loro prodotto, con costi ridotti rispetto all’obbligo dei pacchetti multipli di Sky e Mediaset, e prevede un calendario ancor più frazionato per venire incontro ai mercati esteri. Il tutto sembra propedeutico a quella privatizzazione della Serie A, separata dalla Figc proprio sul modello inglese, su cui punta l’editore Cairo. L’Inter invece racconta che il calcio italiano non fa e non ha soldi, neppure quando è in mano a solide realtà cinesi come Suning. Il mercato di gennaio ha mosso 414 milioni in Inghilterra, 270 in Spagna, 75 in Germania, dove però c’è la tendenza a crescerli in casa i calciatori. In Italia non si è arrivati a 50 milioni.

Non si è rinforzato il Napoli – dopo il grande rifiuto di Verdi ha mancato l’acquisto di Politano, non si capisce se per quella curiosa tendenza a ridursi sempre all’ultimo minuto o per strane ingerenze juventine – e domani sera fa visita al Benevento, con un punto in più della Juve e una rosa decisamente più corta. I bianconeri ospitano il Sassuolo e, pur essendo senza Dybala, Cuadrado e Bernardeschi, possono contare su Douglas Costa, Higuain e Mandzukic. Una tale differenza di potenza di fuoco rischia di essere decisiva in primavera. La Roma, dopo aver cercato in tutti i modi di vendere Dzeko, se lo ritrova titolare in trasferta a Verona, mentre la Lazio nel posticipo di lunedì con il Genoa è senza il gioiello Milinkovic Savic squalificato, ma recupera il capocannoniere Immobile. Facile siano tre punti, per le romane come per l’Inter, nella corsa ai due posti Champions. Troppo lontano il Milan, che pur avendo recuperato 8 punti all’Inter da quando Gattuso è in panchina, ne avanza sempre 10. Difficile riescano a far saltare il banco Sampdoria e Atalanta, siamo pur sempre in Italia, il paese dello stato di emergenza permanente e dei commissari atti a ripristinare lo status quo.