Grande schermo, la scoperta del secolo
Ann Sheridan in «Smarrimento», 1947
Alias

Grande schermo, la scoperta del secolo

Cinema La rassegna «XX Secolo. L’invenzione più bella», a Roma e Firenze, fino a maggio

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 2 aprile 2022

Amare il cinema del passato non per nostalgia, ma come scrive Marta Donzelli, presidente del CSC a proposito della rassegna XX Secolo. L’invenzione più bella, per fare «un viaggio nella storia del cinema che ha l’obiettivo di ricordarci o farci scoprire quanto sia unica e memorabile l’esperienza di vedere un film sul grande schermo, nella convinzione che il modo più efficace di riavvicinare il pubblico alle sale cinematografiche sia quello di dar loro l’opportunità di vedere dei gran bei film».

Proiezioni (21 marzo/8 maggio) in versione originale con sottotitoli italiani, a Roma, al cinema Quattro Fontane e a Firenze, al cinema La Compagnia, con grandi classici e riscoperte preziose da vedere non nella solitudine e informalità dei piccoli schermi domestici, ma seduti in sala, al buio, immersi nell’esperienza del «ritorno al cinema».
Terza parte di un programma curato dal raffinato distributore (Teodora) e fine conoscitore del cinema classico Cesare Petrillo, le cui note al programma sono un compendio di critica attenta, cenni veloci ma accurati di storia del cinema, gossip di alto livello, invoglia alla riscoperta di questi film restaurati, che fanno concorrenza alle nuove uscite, in quanto «usato sicuro», certezze rassicuranti di un piacere ritrovato.

La rassegna parte con Myrna Loy, sofisticata interprete de L’uomo ombra accanto al detective William Powell, e al cane Asta, in una commedia sofisticata dal meccanismo thriller, con dialoghi spumeggianti scritti da Dashiell Hammett. La donna del giorno propone, oltre a lei e Powell, Jean Harlow e Spencer Tracy, giornalista che l’ha diffamata, definendola «cacciatrice di mariti altrui». Il bizzarro La casa dei nostri sogni prende in giro le fisse di architetti con un delizioso Cary Grant. Regina della commedia più o meno sofisticata, Myrna Loy è anche una notevole attrice drammatica, come dimostra I migliori anni della nostra vita, un film umanista, intelligente e amaro sui traumi della guerra e la necessità di sforzarsi di credere nel futuro.

L’altra figura femminile che la rassegna aiuta a riscoprire è Ann Sheridan, avvenente ed eclettica attrice che in Zona torrida di William Keighley fa perdere la testa a James Cagney e Edmund O’Brian, mettendoli a tacere con le sue battute sferzanti, nel noir angosciante Smarrimento di Vincent Sherman è una cantante di night club magistralmente fotografata da James Wong Howe. Nebbia a San Francisco di Norman Foster è un noir a basso budget da lei coprodotto, ma il suo film top è il capolavoro comico Ero uno sposo di guerra di Hawks, in cui salva Cary Grant travestendolo da donna. In La bandiera sventola ancora di Lewis Milestone, film di propaganda della seconda guerra mondiale, Sheridan è una coraggiosa resistente norvegese accanto a un altrettanto eroico Errol Flynn, cui è dedicata un’altra sezione della rassegna. Questo australiano macho, alcolista, stupratore e di simpatie naziste, appare però ottimo interprete di spadaccini, pirati, pugili, un perfetto Robin Hood e un antistorico fascinoso generale Custer. Mitchell Leisen, regista poco conosciuto in Italia, è l’autore di film ben recitati, con eleganti movimenti di macchina in un cinema musicale anche quando non è musical, con al centro interessanti figure femminili.

La rassegna propone Un colpo di fortuna, scritto dal genio della commedia screwball, Preston Sturges, e interpretato dalla deliziosa Jean Arthur, Carol Lombard in I milioni della manicure, Claudette Colbert nel parigino La signora di mezzanotte con l’italoamericano Don Ameche, fino a La porta d’oro scritto da Brackett e Wilder, in cui un Charles Boyer rumeno racconta al regista stesso le sue disavventure nel tentativo di raggiungere gli Stati Uniti, che diventano un lungo flashback, ovvero il film stesso. Olivia de Havilland con A ciascuno il suo destino vinse l’Oscar, interpretando una ragazza incinta di un soldato morto al fronte, che si separa dal figlio per più di vent’anni, in un melodramma da fazzoletto inzuppato.

C’è poi un omaggio al maestro del noir d’azione, Jean-Pierre Melville, che gioca spesso con il meccanismo della rapina perfetta, con un tenebroso e disperato Alain Delon in Frank Costello faccia d’angelo, I senza nome e Notte sulla città, e Jean Paul Belmondo ne Lo spione. L’armata degli eroi invece tratta della Resistenza francese (cui Melville ha partecipato) ed è interpretato da Lino Ventura e Simone Signoret.

Ma per molti le vere sorprese verranno dal Free Cinema, che propose nuovi linguaggi e soprattutto nuovi personaggi e nuovi attori a-Hollywoodiani. Questi film inglesi degli anni Sessanta, dolci-amari, arrabbiati, dedicano un’attenzione ai giovani che nessun cinema aveva a quel tempo, che non a caso è il tempo dei Beatles e della British Invasion. Nel 1959 esce I giovani arrabbiati (Look Back in Anger dal celebre lavoro teatrale di John Osborne) regista Tony Richardson che lo aveva diretto anche in teatro, con un giovanissimo Richard Burton, marito arrabbiato che insulta la moglie incinta, ma quando il bimbo nasce morto, torna da lei. Cupo e realistico il film racconta una società inglese in crisi, riscoprendo lo squallore delle periferie, come in Sabato sera, domenica mattina dell’espatriato ceco Karel Reisz che racconta le sbronze di un giovane meccanico nel weekend e i suoi amori, interpretato da un magnetico Albert Finney, Sapore di miele di Richardson, con una commovente Rita Tushingham, ragazzina trascurata dalla madre, incinta per una notte d’amore con un marinaio di colore che tiene il bambino, aiutata da un giovane omosessuale, famosissima la canzone, A Taste of Honey.

Gioventù, amore e rabbia, il cui titolo originale la dice tutta: The Loneliness of the Long Distance Runner, sempre di Richardson (anche questo, insieme a Sabato sera, domenica mattina, adattato da un romanzo di Alan Sillitoe, tra i maggiori scrittori inglesi della generazione dei cosiddetti Angry Young Men), in cui un delinquente giovanile ha una possibilità di redenzione sociale gareggiando in sfiancanti corse campestri, con un giovane Tom Courtney che interpreta anche Billy il bugiardo, dove ha una particina Julie Christie, che si ripropone in Darling, entrambi i film firmati da John Schlesinger, vicenda incentrata su una modella piuttosto disinvolta che arriva al successo sfruttando le sue relazioni con uomini sposati come Dirk Bogarde e Lawrence Harvey. Oscar per la Christie.

Vince la Palma d’Oro Se... del critico, documentarista e regista Lindsay Anderson, che racconta la rigida disciplina dei college inglesi, che provoca una rivolta coi ragazzi sui tetti, con il sottofondo musicale della Missa Luba, la scoperta di una Youth Culture ribelle e l’esordio di Malcom McDowell, poco dopo arruolato da Kubrick nell’Arancia meccanica.

Nella parte finale di questa terza parte della rassegna Howard Hawks, autentico mito degli amanti del cinema classico americano, avendo egli diretto, tra gli altri, il film di gangster perfetto, Scarface, lo scatenato La signora del venerdì, versione al femminile del celebrato Prima pagina, Il magnifico scherzo con Cary Grant, Ginger Rogers e una giovane Marilyn, la Marilyn che tutti amiamo accanto a una bruna indimenticabile, Jane Russell nei colori splendidi de Gli uomini preferiscono le bionde e infine Un dollaro d’onore, western perfetto con un John Wayne dell’età giusta, un Dean Martin pistolero ubriaco, una esordiente Angie Dickinson, cantante nel saloon e la donna solida di ogni film di Hawks, il vecchietto del West interpretato da Walter Brennon, che cerca di mantenere la salute mentale tra questi personaggi in cerca di guai e che Wayne bacia sulla pelata e un Ricky Nelson, che canta Rio Bravo con Dean Martin. Lo considero il film «olimpico» per eccellenza: dramma, commedia, azione, musica, dialoghi perfetti, attori al loro top, una catarsi di divertimento puro.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento