Il sindaco di New York, Bill De Blasio, rischia di trovarsi di fronte a un problema tanto scottante quanto inusuale per quella città, lo sciopero degli insegnanti. La città di New York non vede uno sciopero sindacale degli insegnanti dal 1975, quando era stato indetto per via del licenziamento di 15.000 tra insegnanti e altri dipendenti scolastici a causa della crisi finanziaria della città. Da quel momento il sindacato è più volte arrivato vicino allo sciopero, che è teoricamente illegale ai sensi della legge Taylor del 1967 che protegge il diritto allo studio, sempre e solo per delle negoziazioni contrattuali. La minaccia di sciopero non ha mai avuto tanto peso quanto ora, in quanto causata dalla volontà di Bill de Blasio di riaprire le scuole nel bel mezzo di una pandemia.

«Uno sciopero che esula da negoziazioni contrattuali è unico e senza precedenti – ha detto Daniel DiSalvo, professore del Cuny, università pubblica della città di New York, e senior fellow presso il Manhattan Institute che studia i sindacati municipali – Qua siamo in acque inesplorate». Con l’avvicinarsi del primo giorno di scuola previsto per il 10 settembre, il sindaco e la Federazione Unita degli Insegnanti, sembrano essere in rotta di collisione riguardo il piano del sindaco che vorrebbe fare di New York City l’unica grande città Usa a riaprire le scuole non totalmente da remoto, ma con un piano ibrido che prevede diversi giorni alla settimana di lezioni in classe.

Molti insegnanti e presidi mettono apertamente in dubbio la completezza dei preparativi della città. Michael Mulgrew, presidente del sindacato, ha già ventilato la possibilità di uno sciopero, ma De Blasio si è finora rifiutato di fare marcia indietro di fronte alle richieste di bloccare la riapertura.

Il modo in cui si svolgerà la battaglia avrà ripercussioni su oltre 1 milione di studenti delle scuole pubbliche e sul riavvio dell’economia della città, legata a doppio filo alla possibilità dei genitori di tornare al lavoro.

Per ora la maggior parte delle famiglie sembra essere favorevole alla riapertura delle scuole, ma la percentuale si sta riducendo. Secondo l’ultimo sondaggio del Dipartimento dell’Istruzione, almeno il 33% ha scelto l’opzione di apprendimento da remoto, rispetto al 26% di quasi due settimane fa, e la tendenza mostra che questa percentuale è destinata a salire.