Grammy ai tempi del #metoo, non tanto in termini di premiazione ma per il modo in cui  la donna  è stata celebrata durante la serata di assegnazione degli oscar della musica americana. Forse  – dicono i maligni – come mossa della produzione per compensare le polemiche seguite all’edizione, con poche quote rosa, dello scorso anno.  È stata la cantante country Kacey Musgraves a portare a casa il grammofono d’oro più importante, con l’album Golden Hour. Meno premi per Lady Gaga – ma per lei è quai certo l’Oscar per la miglior canzone – qui ha vinto come migliore duo pop proprio con Bradley Cooper sulle note della struggente ballad di A Star is Born dal titolo Shallow, premio per la migliore canzone scritta per i visual media, e best pop solo performance con Joanne Where Do You Think Yoùre Goin’?.

GIUSTO premiare lo straordinario Childish Gambino con This is America, prepotente urlo rap (e relativo video) contro la presidenza Trump. Ma il cantante e attore – recita con il nome di Donald Glover per la serie Atlanta – non era ai Grammy. Vince anche Drake per la migliore canzone rap, God’s Plan, ma il migliore album RAP è andato ancora una volta a una donna: Cardi B, con Invasion of Privacy. Fra gli artisti emergenti altri premi al femminile: due statuette sono andate anche alla ventunenne Gabriella ‘Gabì Wilson, ovvero H.E.R. 

DURANTE le tre ore e mezza di show, sono salite sul palco anche Miley Cyrus, Dua Lipa, Carlile, H.E.R., Lady Gaga e una sempre affascinante e talentuosa Jennifer Lopez, che ha portato sul palco dei Grammy un tributo alla Motown. E poi omaggi a Dolly Parton e Diana Ross e alla regina scomparsa la scorsa estate, Aretha Franklin. Delle diciassette performance nel corso della serata solo quattro erano di artisti uomini: Post Malone con i Red Hot Chili Peppers, Dan e Shay, Shawn Mendes e Smokey Robinson.