Si presentano naturalmente alle labbra i versi della canzone di Violeta Parra, anche nel momento di intenso dolore e di stordimento che stiamo vivendo per la perdita di un’amica e di una compagna carissima. Li sussurriamo piano, ci aiutano ad esprimere la nostra gratitudine per aver incontrato e frequentato Marianita De Ambrogio che si è spenta il 29 luglio a Padova, dopo una breve e bruciante malattia.

Marianita si è mossa nella vita animata da un forte bisogno di giustizia, da una costante attenzione per l’esistenza degli altri, caratteristiche che l’hanno portata ad assumere, con profondo senso di responsabilità, la dimensione dell’impegno politico, del coinvolgimento attivo nelle vicende del mondo, anche nei momenti più desolati e difficili della nostra storia recente.

Presente fin dagli inizi degli anni ’90 nel Movimento per la pace, ha seguito con intensa partecipazione le diverse fasi delle guerre che hanno condotto alla dissoluzione della Jugoslavia, entrando presto in contatto con le Donne in Nero di Belgrado e sviluppando con loro una relazione umana e politica importante, prendendo parte agli incontri internazionali delle “donne contro la guerra” da loro organizzati nei Balcani, condividendo le critiche radicali ai nazionalismi contrapposti che stavano all’origine di quei conflitti.

Tra le fondatrici delle Donne in Nero di Padova, ha svolto nella Rete italiana di questo movimento femminista e antimilitarista un fondamentale ruolo di raccordo, comunicazione, proposta e organizzazione politica, curando i rapporti con la Rete internazionale delle Women in Black, viaggiando e costruendo vincoli di sorellanza con le donne dei “luoghi difficili”, raggiungendo Israele, la Palestina e la Colombia. Rilevante è stato il suo apporto anche alla Rete Radié Resch, per la quale ha seguito progetti di solidarietà ad Haiti, incontrando, in una dimensione di scambio autentico, le donne e gli uomini delle comunità contadine dell’isola.

Marianita è stata una donna generosa e accogliente, dai modi misurati e gentili, dotata di una grande tenacia e perseveranza che l’hanno spinta, negli ultimi anni, a sostenere con convinzione le esperienze di giustizia con un approccio femminista realizzate “dal basso” dal Tribunale delle Donne di Sarajevo e dalla Commissione Verità e Memoria della Ruta Pacifica de las Mujeres colombiane.

Anche la casa di Marianita era speciale. Insieme ai suoi familiari l’aveva resa colorata e sempre aperta all’ospitalità, pure a quella che durava nel tempo e riguardava persone provenienti da paesi lontani.
A questa amica e compagna molto amata, con cui abbiamo fatto un lungo tratto di strada, va la nostra riconoscenza.
A tutta la sua bellissima famiglia, a Francesco, Benedetto, Benedetta, Miriam e Anna il nostro abbraccio più affettuoso.

* * * Rete internazionale
delle Donne in Nero