Solo lo scorso autunno Olivier Dahan aveva dichiarato alla stampa, e senza troppi giri di parole, che in quel momento esistevano due diverse versioni di Grace de Monaco: la sua e quella del produttore, Harvey Weinstein. Lo scontro sul «final cut» del film ispirato alla vita di Grace Kelly, l’icona hitchcockiana di capolavori come Delitto perfetto e La finestra sul cortile, si era così inasprito da spingere la produzione a rinviarne l’uscita in sala – e qualche giorno fa Weinstein ha lo «scaricato» definitivamente. Da parte sua il regista di La vie en Rose, la biopic dedicata a Edit Piaf, dichiarava ai giornalisti – il quotidiano francese Liberation – che gli sarebbe piaciuto ricevere anche molte critiche ma su un film che fosse il suo e non di un altro.
É «solo» un capitolo, uno dei tanti, di un progetto cominciato male. Quando erano ancora in fase di preparazione, la famiglia Grimaldi, i tre figli della principessa in particolare, Alberto, il principe regnante, Carolina e Stephanie, aveva criticato aspramente l’intera operazione perché a loro avviso promuoveva una pagina di Storia del principato in un’ottica completamente falsata.

Grace de Monaco aprirà tra qualche giorno il festival di Cannes (14-25 maggio), e le polemiche non sembrano smorzarsi. Anzi il principato ha rilanciato proprio ieri accusando Olivier Dahan di «stravolgere» la loro vita privata a scopi «puramente commerciali». Il film – che uscirà in Francia e in Italia lo stesso giorno dell’anteprima sulla Croisette – si concentra su un momento particolare della vita di Grace Kelly, sullo schermo interpretata da Nicole Kidman, quando appunto all’apice della carriera sposa nel 1956 Ranieri III – Tim Roth – conosciuto mentre girava Caccia al ladro, sulla stessa Corniche dove nell’82, la mitica principessa volerà giù con la sua Rover da un tornante – in circostanze mai chiarite.

Sei anni dopo il principesco matrimonio, Alfred Hitchcock propone a Grace Kelly di tornare a Hollywood per interpretare il suo nuovo film, Marnie. Nello stesso momento però il principato è minacciato da uno scontro con la Francia. La donna dovra scegliere: seguire la sua passione d’attrice e tronare a essere Grace Kelly, o divenire per sempre la principessa Grace di Monaco.
Agli occhi della famiglia Grimaldi il film non può essere considerato in alcun modo una biopic. «Il trailer di lancio conferma la natura totalmente romanzata di questo film, cosa che ci apparsa evidente già leggendo la sceneggiatura. La produzione si è basata su riferimenti storici e fonti letterarie infondati. Sia il regista che i produttori hanno sempre rifiutato di prendere in considerazione le nostre osservazioni, perché avrebbero dovuto mettere in discussione la sceneggiatura e tutti i personaggi». La famiglia Grimaldi di conseguenza fa sapere che non desidera essere associata al film.
«Grace di Monaco è un’opera originale che si ispira a fatti realmente accaduti per ricostruirli in chiave di finzione. Tutto questo fa parte della libertà di un artista, e non c’è alcuna ragione di fare polemiche» replica il produttore Pierre-Ange Le Pogam. E ci tiene a precisare di avere contattato molto tempo prima delle riprese la famiglia Grimaldi: «Il film è rispettoso della storia del principato e dell’immagine di Grace e di Ranieri».