Il giorno dopo il corteo più violento che Parigi abbia conosciuto da anni la polemica infuria tra governo e sindacati, Cgt e Fo. La manifestazione di martedi’, la nona contro la Loi Travail, si è conclusa nella notte con 29 poliziotti e 11 manifestanti feriti, 52 fermi, scene da guerriglia urbana, repressione anche con cannoni ad acqua, attacco mirato contro l’ospedale pediatrico Necker, azione che ha sollevato una grande indignazione. Manuel Valls minaccia di negare il permesso a nuove manifestazioni nella capitale. “Chiedo alla Cgt di non più organizzare questo tipo di manifestazioni a Parigi. Noi agiremo di conseguenza, caso per caso, perché sapete che non è possibile pronunciare una proibizione generale”. Per chi non avesse capito bene, François Hollande in Consiglio dei ministri ha messo in guardia: le manifestazioni non verranno più autorizzate se l’incolumità delle persone e dei beni “non verrà assicurata”. Valls ha accusato il servizio d’ordine della Cgt di “ambiguità” e nel governo c’è chi afferma che dei dockers del sindacato hanno partecipato attivamente alle violenze, confondendosi con il migliaio di violenti incappucciati in azione. Per il primo ministro, il servizio d’ordine della Cgt si è fatto “travolgere” dagli estremisti: “quando non si è in grado di organizzare una manifestazione, quando c’è un atteggiamento ambiguo nei confronti dei casseurs, non si organizza questo tipo di manifestazioni”. Il portavoce del governo, Stéphane Le Foll, si è stupito che l’attacco all’ospedale Necker “non abbia suscitato nessuna condanna da parte della Cgt”. Il ministro degli Interni, Bernard Cazeneuve, è indignato: “non accettero’ più che dei selvaggi affermino cose come: un poliziotto, una pallottola o poliziotti, la Francia vi odia”.

La Cgt ha aspettato ore prima di reagire. In un comunicato si è concentrata sulle accuse a Valls: “la minaccia di proibire le manifestazioni è il segno di un governo boccheggiante”. Per La Cgt, “tocca ai poteri pubblici assicurare la sicurezza e mantenere l’ordine. Come non è responsabilità dei tifosi assicurare la sicurezza negli stadi e dintorni, cosi’ non tocca ai manifestanti assicurare la sicurezza nelle manifestazioni autorizzate dalla Prefettura”. Stesso tono nella reazione di Jean-Claude Mailly, segretario di Fo, che ha accusato Valls di aver fatto “affermazioni irresponsabili” sulle minacce per l’autorizzazione delle manifestazioni e ha ironizzato: “la sicurezza è stata assicurata a Marsiglia?” (in occasione degli scontri tra hooligans russi e inglesi). “Proibiscano l’Euro, allora – ha detto – adesso basta, il primo ministro ha un vero problema con il compromesso e la trattativa”. Mailly insiste: “i casseurs penalizzano anche i manifestanti, non rendo i servizi d’ordine responsabili delle violenze, è troppo facile. Il primo ministro dovrebbe avere un ruolo di pacificatore, invece fa il piromane”.

Venerdi’ ci sarà l’incontro tra Philippe Martinez della Cgt e la ministra del Lavoro, Myriam El Khomri. Il governo potrebbe concedere ancora qualcosa, in particolare sul contestato articolo 2 (quello dell’ “inversione della gerarchia delle norme”, che dà la priorità agli accordi aziendali su quelli di categoria). Alle categorie potrebbero venire garantite precise prerogative di controllo. Intanto, la legge prosegue l’iter al Senato, dove domina la destra, che nella versione del testo che verrà approvata al Palais du Luxembourg abolisce chiaramente le 35 ore. Nello scontro muro contro muro che si è stabilito tra Cgt-Fo e governo Valls, l’esecutivo non ha nessuna intenzione di ritirare la Loi Travail né di snaturarla, mentre sono possibili piccole modifiche a margine. Il governo continua a puntare sul paragone che i lavoratori possono fare in diretta, tra il testo El Khomri e la versione rivista dalla destra al Senato. Ma ormai la frattura è profonda tra le due sinistre, come una discesa verso l’abisso di una sconfitta generale annunciata. Tra un anno si vota, la destra ha già la vittoria in tasca. Ieri, Nicolas Sarkozy (candidato in pectore) ha denunciato “lo scandalo” dell’aggressione all’ospedale Necker e ha proposto, tra gli applausi dei suoi, che venga addebitata alla Cgt la “responsabilità civile” delle violenze e che il sindacato paghi quindi i danni materiali e risponda penalmente per l’aggressione.