Il decreto «crescita» scade tra dieci giorni ed è ancora in prima lettura alla camera, ma la maggioranza ieri ha dovuto chiedere un ennesimo rinvio dell’esame. Ci riproverà oggi, ma Lega e 5 Stelle sono l’uno contro l’altro e tutti e due nel caos. La ministra grillina per il sud Lezzi si è accorta tardi che un emendamento della Lega le ha tolto la gestione dei fondi per lo sviluppo e la coesione, trasferendola direttamente alle regioni. L’emendamento, leghista, era passato lunedì scorso in commissione con il parere favorevole del relatore e della rappresentante del governo, entrambi 5 Stelle. Lezzi vuole che la legge di conversione del decreto sia riportata in commissione – e nel frattempo il presidente della camera Fico ha scritto a Conte lamentando i tempi scarsi per l’esame dei decreti. Ma la Lega per tutta la giornata di ieri ha risposto di no. O meglio, si è detta disponibile al passo indietro ma solo a condizione che dai 5 Stelle arrivi il via libera alla tanto agognata (da Salvini) autonomia differenziata. La proposta è quella di uno scambio: fondi per lo sviluppo e la coesione di nuovo nella disponibilità della ministra grillina se i 5 Stelle rinunciano all’opposizione che fino a qui ha tenuto il tema dell’autonomia differenziata lontano dal Consiglio dei ministri. Nell’attesa di vedere chi vince, il decreto resta fermo.