Il via libera dell’Unione europea a nuovi aiuti di Stato per 4 miliardi di euro ad Air France da parte del governo francese, che diventa primo azionista della compagnia con il 29,9% del capitale, è benzina sul fuoco della vertenza Alitalia. Le proteste degli 11mila addetti dell’ex compagnia di bandiera sono quasi quotidiane. E non è di consolazione l’annuncio dei commissari straordinari del pagamento del restante 50% degli stipendi di marzo. Anche perché le parole del ministro Giovannini, prima a RaiNews24 e poi al question time a Montecitorio, non disperdono la nebbia sul futuro dell’azienda.
“Stiamo chiedendo in queste ore che ci sia una convocazione esplicita delle parti sociali dal governo – anticipa Maurizio Landini – per evitare che ci sia una situazione di non ritorno drammatica sul piano dei posti di lavoro”. Quello del segretario generale della Cgil è un appoggio senza se e senza ma alla lotta dei lavoratori: “Non è possibile e accettabile che perdiamo una compagnia così importante e che si subiscano una serie di diktat dall’Europa che, tra l’altro, non ha lo stesso atteggiamento nei confronti di tutti, visto il sostegno al piano di Air France. Dato che c’era un piano industriale e dei finanziamenti prestabiliti, credo che sia importante che su questo punto ci sia attenzione da parte del Parlamento”.
Un Parlamento che non può fare da spettatore, ribadisce Stefano Fassina di Leu: “Lo stallo del negoziato con la Commissione europea determina, ogni giorno, danni ulteriori sia all’azienda in amministrazione straordinaria sia alla newco, sarebbe grave far trovare Camera e Senato di fronte ad un fatto compiuto”. Parole che Enrico Giovannini mostra di soffrire: “La trattativa non è in stallo – risponde il ministro dei trasporti al question time – l’obiettivo del governo è di individuare una soluzione che consenta la rapida operatività del nuovo vettore, anche allo scopo di sfruttare la ripresa del mercato, attesa nei mesi estivi nel rispetto della disciplina europea. Evitando disparità di trattamento, anche alla luce delle recenti decisioni assunte dalla Ue su Air France e Luftahnsa”.
Il problema, secondo Giovannini, è che “la condizione delle tre imprese è molto diversa: mentre Air France e Lufthansa avevano dei bilanci sani ed erano fortemente competitive prima della pandemia, Alitalia era già in difficoltà e questo lo sa benissimo Bruxelles, che ha negoziato queste tematiche con diversi governi”. Conclusioni: “Il nostro impegno è massimo, e nella trattativa è coinvolto anche il ministro del lavoro Orlando, per immaginare soluzioni che riducano al minimo i disagi per i lavoratori”.
Oggi è in programma un nuovo incontro fra i sindacati e i commissari straordinari Leogrande, Santosuosso e Fava. In contemporanea a Fiumicino, durante il terzo consiglio comunale sulla crisi della compagnia, il sindacato di base Usb torna in piazza dopo aver già manifestato martedì: “Definire `disagio´ la perdita del posto di lavoro è offensivo, e merita una risposta decisa”.