La Francia è in prima linea in Iraq, solo paese occidentale a partecipare agli attacchi aerei contro Daech accanto agli Usa. Ancora prima che venissero diffuse su Internet lunedì le minacce in varie lingue del portavoce dell’Isis, Abu Mohammed Al-Adnani, che invita a uccidere «in particolare i cattivi e sporchi francesi», in Algeria è stato rapito domenica sera un cittadino francese.

Si tratta di Hervé Gourdel, 55 anni, guida di alta montagna originario di Nizza, che era nel nord dell’Algeria per un treking di una decina di giorni. In un video, dove Gourdel compare in mezzo a due uomini armati, l’ostaggio si rivolge a Hollande: «questo gruppo armato mi chiede di rivolgersi la richiesta di non intervenire in Iraq. Mi tengono in ostaggio. La scongiuro, signor presidente, di fare tutto ciò che è in suo potere per tirarmi fuori da questa brutta situazione».

I rapitori minacciano di uccidere Gourdel entro 24 ore se la Francia non rinuncia alla partecipazione attiva alla coalizione in Iraq. È il primo rapimento di uno straniero che ha luogo in Algeria dopo la fine del conflitto interno degli anni ’90. Il rapimento è stato rivendicato dal gruppo jihadista algerino Jund al-Kalifa (i soldati del Califfato), che avrebbe fatto secessione dall’Aqmi (Al Quaeda nel Maghreb islamico), a sua volta erede del Gia degli anni ’90, per legarsi a Daech. Le zone montagnose della Kabylia, un tempo zona turistica, sono oggi un rifugio per gli jihadisti. «Non cederemo a nessun ricatto, a nessun ultimatum», ha affermato François Hollande, che è a New York per l’Assemblea generale dell’Onu. Il presidente ha parlato di «combattimento lungo» e fatto appello «all’unità nazionale» per difendere «libertà e democrazia».

Il ministro degli esteri, Laurent Fabius, da New York ha confermato l’autenticità del video dell’ostaggio e ha precisato che «l’attitudine della Francia è costante, un gruppo terrorista non può modificare la posizione della Francia. Cerchiamo di fare il massimo per la libertà degli ostaggi, tutto è messo in opera in stretta concertazione con le autorità algerine per ottenere la liberazione del nostro compatriota». Oggi, all’Assemblea a Parigi c’è un dibattito parlamentare sulla partecipazione francese agli attacchi aerei contro l’Isis in Iraq.

Un dibattito che arriva dopo l’inizio delle ostilità da parte dell’aviazione francese e dopo la conferenza sulla pace in Iraq, che si è tenuta il 15 settembre. Con procedura d’urgenza, il governo ha fatto votare la scorsa settimana un progetto di legge anti-terrorista, una specie di Patriot Act alla francese, che alcuni criticano perché mette sotto controllo Internet, oltre a proibire l’uscita dal territorio per i sospetti jihadisti che vogliono andare a combattere in Siria e a istituire il reato di «impresa individuale terroristica», che permette di agire preventivamente sulla base di sospetti.

Il primo ministro, Manuel Valls, è grave: «Non voglio fare paura, ma convincere i concittadini che mai, in Francia e in Europa, abbiamo dovuto far fronte a una tale minaccia». La Francia teme un attentato.

Il ministro degli interni, Bernard Cazeneuve, è intervenuto affermando che «la Francia non ha paura». È la risposta all’attacco su Internet del portavoce dell’Isis, Al-Adani, che si è rivolto a potenziali terroristi in Francia: «Se non potere trovare un meccanismo esplosivo o delle munizioni, allora isolate il francese infedele. Schiacciategli la testa a colpi di pietra, uccidetelo con un coltello, mettetelo sotto con la macchina, buttatelo nel vuoto, soffocatelo o avvelenatelo».

Cazeneuve ha fatto appello alla «solidarietà di tutti i cittadini, quali che siano le loro origini o la loro confessione religiosa». Il piano «Vigilance» è in atto ormai per una durata illimitata: pattugliamenti di militari nelle stazioni e negli aeroporti, rafforzamento della sicurezza in occasione di avvenimenti sportivi o altro. Il governo teme l’azione di un individuo isolato, fanatizzato in Siria e di ritorno a casa. Ieri, sono stati arrestati a Orly tre francesi provenienti dalla Turchia, tra essi c’è il cognato di Mohammed Merah, autore del massacro alla scuola ebraica di Tolosa nel marzo 2012.