Israele nega di aver compiuto domenica notte un nuovo attacco aereo in Siria. Smentisce quanto hanno riferito ieri le televisioni al Jazeera e al Arabiya a proposito di postazioni dei combattenti sciiti di Hezbollah, alleati di Damasco, sulle montagne di Qalamoun, a ridosso del confine libanese, ripetutamente prese di mira dall’aviazione con la stella di Davide e di un numero imprecisato di morti e feriti. Conferma solo che suoi velivoli hanno ucciso quattro uomini che, secondo Tel Aviv, stavano posizionando un ordigno dal lato siriano delle linee di armistizio nel Golan occupato. Per le autorità israeliane gli attacchi sarebbero stati compiuti dai qaedisti di al Nusra, contro depositi di armi dell’esercito siriano. Nella stessa zona Israele aveva bombardato, almeno due volte la scorsa settimana, presunti convogli e depositi di missili Scud destinati, secondo la sua versione, ad Hezbollah. Questo tipo di raid aerei non sono nuovi, vanno avanti da oltre due anni. Lo scorso gennaio, nel Golan, elicotteri da combattimento israeliani avevano ucciso una dozzina di persone tra le quali un generale iraniano dei Guardiani della Rivoluzione e alcuni ufficiali di alto rango di Hezbollah. A questo blitz, qualche settimana dopo, il movimento sciita ha risposto lanciando un attacco sulla frontiera israelo-libanese.

 

In questi giorni di rinnovata tensione lungo le linee tra Israele e Siria, al Jazeera ha portato alla luce un caso che sembra avvalorare la tesi sostenuta da più parti di rapporti sempre più intensi tra Israele e i jihadisti siriani che combattono contro le forze armate governative, inclusi quelli di al Nusra. La televisione qatariota riferisce che Sidqi Maqt, un druso siriano residente a Majdal Shams, nel Golan occupato, è stato arrestato lo scorso febbraio dagli israeliani e accusato di aver spiato per conto del “nemico”. Maqt, secondo la tv, avrebbe documentato con video e foto i contatti lungo la frontiera tra l’esercito israeliano e miliziani di al Nusra, mettendo poi tutto su Facebook. In uno dei suoi filmati si vedono due autobus bianchi, con a bordo quelli che l’autore descrive come combattenti di al-Nusra, entrare in una base dell’esercito di Tel Aviv. Nella vicenda è implicato anche un soldato israeliano, anch’egli druso, Hilal Halabi, che avrebbe condisivo con Maqt informazioni riservate sulle attività dell’esercito lungo le recinzioni con la Siria. Una Corte militare israeliana ha posto la censura su tutta la faccenda.

 

Amici e conoscenti dicono che Maqt faceva tutto alla luce del sole e che non sarebbe una spia. In realtà, spiegano, le autorità israeliane intenderebbero punirlo. La documentazione raccolta dall’uomo infatti confermerebbe i contatti che i militari dello Stato ebraico mantengono con le formazioni islamiste radicali che operano nel sud della Siria e a ridosso del Golan riferiti dai rapporti delle Nazioni Unite e presentati lo scorso dicembre al Consiglio di Sicurezza. L’Undof, la Forza di disimpegno degli osservatori dell’Onu, che monitora le linee di armistizio tra Israele e Siria, ha documentato colloqui tra soldati israeliani e miliziani attraverso le recinzioni, del passaggio di autocarri dalla parte siriana a quella israeliana e della consegna, in almeno due occasioni, di scatole e pacchi ad uomini armati sul versante siriano. Al-Nusra, assieme al cosiddetto “Fronte Meridionale”, dallo scorso agosto controlla la zona del valico di Quneitra e di fatto l’80% del territorio siriano a ridosso del Golan. Tel Aviv da parte sua parla di “operazioni umanitarie” a favore di feriti siriani nei combattimenti.

 

Nel frattempo proprio al Nusra, che più a nord guida l’Esercito della Conquista, la coalizione di forze jihadiste e islamiste radicali alleate del cosiddetto Esercito libero siriano (la milizia dell’opposizione siriana finanziata e armata dall’Arabia saudita, il Qatar e altri paesi arabi e occidentali), continua ad avanzare nel distretto di Iqlib costringendo ad arretrare l’esercito governativo siriano. Un’azione che di fatto è parallela a quella dello Stato Islamico nelle regioni settentrionali. Nei giorni scorsi al Nusra – che è il ramo siriano di al Qaeda – ha conquistato l’importante cittadina di Jisr al Shughur, un successo persino più importante della presa di Idlib, poichè apre la strada ai qaedisti verso la regione di Latakiya, sul mar Mediterraneo, storica roccaforte dei governativi. Fonti locali hanno riferito di decine di corpi di soldati e miliziani filo Damasco sparsi per le strade di Jish al Shughur e anche dell’esecuzione di oltre 20 prigionieri da parte dei militari siriani prima di ritirarsi dalla cittadina. Gli esperti giudicano i recenti successi di al Nusra e dei suoi alleati frutto di un maggiore coordinamento tra le varie forze jihadiste e chi le finanzia e le arma. Ma anche degli addestramenti dei miliziani anti-Damasco avviati dagli Stati Uniti in territorio turco.