Forse dopo aver scritto la manovra economica a Bruxelles dovranno decidere anche che posizione deve avere l’Italia rispetto al Global compact dell’Onu sulle migrazioni, mettendo così fine a un’indecisione che rischia di diventare imbarazzante. Ieri mattina alla Camera era tutto pronto per discutere finalmente nel merito del patto varato il 10 dicembre scorso a Marrakech, con le mozioni delle opposizioni schierate a favore dell’adesione (tra le altre quelle di Pd e Leu) o contrarie (Fratelli d’Italia). Tutto pronto fino a quando a sorpresa i capigruppo di M5S e Lega presentano a loro volta una mozione della maggioranza nella quale si chiede di rinviare ancora la discussione, mozione che riceve subito il parere favorevole del governo e che alla fine passa. Con grillini e leghisti schierati, come capita spesso, su fronti opposti (i primi a favore del patto Onu, i secondi decisamente contrari) la mozione è chiaramente un escamotage pensato per non mostrare l’ennesima crepa nell’esecutivo. Mossa che però provoca la scontata reazione delle opposizioni, per una volta unite. «Il governo non può scappare all’infinito e prima o poi dovrà prendere una decisione», sbotta il capogruppo di FdI Francesco Lollobrigida, mentre il presidente dei deputati dem Graziano Delrio parla di «un altro duro colpo assestato alla credibilità internazionale» del Paese.

Mentre in Italia si discute se e quando discutere, nelle stesse ore a New York, all’Assemblea generale delle Nazioni unite, 152 Paesi votano a favore di una risoluzione che recepisce il patto globale per le migrazioni, con soli 5 voti contrari e l’astensione di altri 12 Paesi, tra cui l’Italia.

Difficile adesso che la situazione possa sbloccarsi in tempi brevi. Anche perché i soci di governo continuano a imboccare due strade diverse. Che a volte diventano anche tre, come dimostrano le dichiarazioni rese sempre ieri da Roberto Fico. Mentre infatti nell’aula di Montecitorio va in onda (anche su Facebook, nonostante il regolamento lo vieti) il rinvio concordato tra Lega e 5 Stelle, a poche decine di metri di distanza, nella sala della Lupa, il presidente della Camera ribadisce l’importanza per l’Italia di aderire subito al piano dell’Onu: «Siccome l’immigrazione è una problematica assolutamente globale per forza dobbiamo sederci al tavolo insieme a tutti gli altri Paesi del mondo. In quel tavolo ci devi stare, in quel tavolo devi collaborare», spiega Fico. Che per essere più chiaro chiede che l’Italia «si scosti dalla politica di Trump sull’immigrazione e sull’ambiente». Parole che però stonano fortemente con il silenzio del suo Movimento.

Chi a restare in silenzio non ci pensa proprio è Matteo Salvini, che nel pomeriggio non resiste alla tentazione di dettare ancora una volta la linea del governo. Sul Global, dice il ministro degli Interni, «la posizione mia e della Lega è assolutamente contraria. Mi auguro che l’intera coalizione resti compatta su questo tema». In serata interviene anche Giuseppe Conte, che proprio parlando all’Onu aveva garantito l’adesione dell’Italia al piano: «Abbiamo parlamentarizzato la discussione. Adesso lasciamola nell’ambito parlamentare. E’ importante valutare nel merito», dice il premier. Peccato che quando parla il giorno per valutare nel merito è appena trascorso.