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Gli Ultrasuonati

NEOPROG Una manna per chi non c’era Mettiamola così: per chi non c’era, mezzo secolo fa, e non ha di conseguenza potuto assistere di persona, di necessità, a un concerto […]

Pubblicato circa 2 mesi faEdizione del 3 agosto 2024

NEOPROG
Una manna
per chi non c’era

Mettiamola così: per chi non c’era, mezzo secolo fa, e non ha di conseguenza potuto assistere di persona, di necessità, a un concerto dei Gentle Giant, o della Pfm, e abbia però quel tipo di amore per quelle precise sonorità, il neoprog è manna benedetta. Ad esempio con gli Ellesmere di Stranger Skies (Ams: come i dischi a seguire), band capitolina che gravita attorno alle belle energie di Roberto Vitelli, si ha un bello spaccato di Rush, Yes, certi Uriah Heep, i Genesis post Gabriel. Lunghe suite, costruzione accurata, ospite il sax mercuriale di David Jackson. Aria capitolina anche con Hearthquake/Redux dei Leviathan, remake totale (col fondatore Alex Brunori e altri due membri storici) del debutto del gruppo, prima ondata del neoprog, 1988, assieme a Pendragon, IQ, certi Marillion. Risuonano per intero il capolavoro prog di mezzo secolo fa Vietato ai minori di 18 anni? i gloriosi Jumbo di Alvaro Fella, in Live in Caremma 2023, cd, vinile e dvd. Hard prog scottante e vitale di dieci lustri fa, potente ancora oggi per tematiche e grinta, anche se la nostalgia canaglia ha, di necessità, un posto d’onore. (Guido Festinese)

ALTERNATIVE
Un’estate
in ascolto

Questo scorcio d’estate ci regala dischi da portare in vacanza. Partiamo con Ill Times (p(doom) Records), a nome GUM & Ambrose Kenny-Smith, collaborazione tra Jay Watson (GUM nonché Tame Impala e Pond) e Kenny-Smith, leader dei Murlocs e membro dei King Gizzard. Tra r&b, soul, blues e psych si viaggia alla grande, con inevitabili riferimenti alle band di cui sopra e spunti degni dei migliori Black Keys. A Los Angeles opera una delle band più sottovalutate del panorama internazionale, gli Wand, che pubblicano il sesto lavoro, Vertigo, per Drag City. Un’immersione nella psichedelia cupa e sognante allo stesso tempo e una non nascosta passione per i Radiohead. Dal Regno Unito arriva Rob Marshall, ex Exit Calm, che sotto lo pseudonimo Humanist pubblica On the Edge of a Lost and Lonely World (Bella Union/Self). Moltissimi i nomi che lo hanno accompagnato in questa bella avventura, da Ed Harcourt a Isobel Campbell, da Tim Smith a Dave Gahan. Chi ricorda album come Gargoyle e Somebody’s Knocking di Mark Lanegan, in cui Marshall appariva come co-autore, troverà affinità. (Roberto Peciola)

JAZZ
Immediatezza
debordante

Il jazz – soprattutto nell’ambito della ricerca – è anche una materia viva che si apprezza nei concerti per un’immediatezza spesso cruda, irruente, debordante: è il caso di Diatom Ribbons (Pyroclastic) firmato da Kris Davis (piano e synth) che assieme a Julian Lage, Trevor Dunn, Terri Lyne Carrington e Val Jeanty al newyorkese Village Vanguard nel maggio 2022 dà vita a due set infuocati dove convergono le istanze del free, del post bop, persino del jazz funk con lunghi forsennati virtuosismi tra omaggi a Wayne Shorter, Gerri Allen, Roland Shannon Jackson. Ancora più free, in senso radicale e oltranzista il Live at FreeJazSaar (SR 2 Kulturradio), improvvisazione collettiva a nome del quartetto con Frank Paul Schubert, Michel Pilz, Stefan Scheib, Klaus Kugel risalente al 5 aprile 2019 al festival di Saarbrucker (Germania): una suite in tre parti di cui la prima di ben 43 minuti. Infine One Way Ticket to Tibet (I Compani) di Bo Van De Graaf è la selezione di un festival a Brebl (Olanda) dove il 20 febbraio 2022 il saxman si esibisce in duetti e con ensemble più larghi proponendo un mix di ironia e avanguardismo. (Guido Michelone)

AMBIENT IMPRO
L’equilibrio sublime
della trascendenza

Equilibrio che sembra sublimare nella trascendenza. Black Decelerant è un duo composto da Omari Jazz e Khari Lucas, noto come Contour. I due giovani afroamericani hanno scelto il nome ispirandosi allo scritto Blacceleration firmato dalla attivista culturale Aria Dean di Los Angeles. Il duo pubblica Reflections Vol. 2 (RVNG) dove dà vita a nove tempi di ambient meditativa ed estremamente composita, grazie a stralci di melodie che più o meno sviluppate si inseguono nel disco. L’idea di base di dare un senso politico e di riscatto alla lentezza e al riposo è profonda, mentre al contempo risulta un disco leggero e di qualità. Suonate Seven 1/2, Eight e Six. Martin Bisi, Genevieve Kammel Morris e Robert L. Pepper compongono 2Rooms e pubblicano un lavoro omonimo fuori con Alrealon. Sono due suite di trenta minuti segnate vigorosamente da drone music e avanguardia. Terminiamo con Jon Rose e il suo Aeolian Tendency (Room40) dove utilizza due strumenti eolici autocostruiti – Monolith 2021 e Tube 2022 – che generano le quattro tracce incluse. Scegliamo Third Tendency. (Gianluca Diana)

LEGENDA
* nauseante
** insipido
*** saporito
**** intenso
***** unico

SOUL BLUES
Un punto
di passaggio

KID & LISA ANDERSEN
SPIRITS & SOUL (Little Village)

**** Doppio disco che scala le classifiche blues e soul dell’anno. Il lavoro è diviso in due volumi dove quello intitolato Spirits vede come leader Kid, mentre Soul è ad appannaggio di Lisa. Coppia in arte e in amore, i due sublimano i loro talenti in queste ventidue incisioni. Li accompagnano musicisti e ospiti con i quali la coppia ha lavorato in passato, sovente in quei Greaseland Studios che gestiscono in un sobborgo di San Jose, California. Le incisioni rappresentano quindi un punto di passaggio di storie, melodie e talenti. Stellari. (gianluca diana)

JAZZ/2
Materiale
infiammabile

SHARP/GATES/DORJI
ERE GUITAR (Intakt)

**** Elliott Sharp, varcata decisamente la soglia dei settant’anni, non solo non è diventato chitarrista-pompiere, ma nel dubbio ha fatto provvista di materiale infiammabile sonico. Nelle persone di Sally Gates, neozelandese guastatrice scelta delle sei corde elettriche, spesso con John Zorn, e Tashi Dorji, allievo di Derek Bailey, altro oltranzista sonoro, dal Bhutan (!). Metà di questo disco è pura, convulsa improvvisazione quasi materica, metà, a partire da Survey the Damage, undici minuti celestiali, è psichedelia pura e assoluta. (guido festinese)

FUNK JAZZ
Meraviglie
spaziali

JIMI TENOR
IS THERE LOVE IN OUTER SPACE? (Timmion Records)

**** La navicella spaziale di Jimi Tenor atterra nella natìa Finlandia, per una delle più interessanti label autoctone, la Timmion Records, che gli mette a disposizione la house band per un disco strumentale, ipnotico, tra psichedelia, jazz, funk e richiami cinematografici. Atmosfere avvolgenti e narcolettiche, per essere bruscamente risvegliati con il brano conclusivo, un possente afrofunk con synth e voci e un groove irresistibile. Musicista spesso ai margini ma sempre autore di eccellenti dischi. (antonio bacciocchi)

ALT POP
La linea
è giusta

TRAVIS
L.A. TIMES (Bmg/Warner)

*** Dai Travis, a un quarto di secolo dall’esordio, è difficile aspettarsi stravolgimenti o cambi di registro. La band scozzese capitanata da Fran Healy (tra gli artisti più simpatici che ci è capitato di incontrare) ha uno stile consolidato e forse è giusto che proseguano su quella linea, che poi è ciò che i fan (hanno una fan base di tutto rispetto, anche qui da noi) gli chiedono. L.A. Times non fa eccezione, e si muove tra momenti alti (Bus, Live it All Again, per citarne un paio) e altri meno riusciti ma con uno standard di sicuro appeal per chi li ama e per chi magari volesse scoprirli oggi. (roberto peciola)

ALT ROCK
Jack sa
come si fa

JACK WHITE
NO NAME (Third Man Records)

***** Un regalo per pochi – e che regalo! – diventa un cadeau per tutti, con la possibilità di scaricarlo gratuitamente. Jack White si dimostra ancora uno dei migliori artisti degli ultimi trent’anni, uno che con la sua chitarra sa creare riff a presa rapida, aggiungendo basso e batteria (e alla bisogna anche qualche tastiera) oltre alle sue melodie vocali, dallo stile e dal tono inconfondibili. Doppio vinile senza cover, quattordici brani, tutti inizialmente Untitled, e da qualche ora – cosa che fa pensare a un imminente lancio ufficiale – non solo con un vero titolo ma anche una vera copertina. Jack sa come si fa! (roberto peciola)

ERIC CHENAUX TRIO
DELIGHTS OF MY LIFE (Constellation/Murailles Music)
**** La voce del canadese, senza nulla togliere al suo stile chitarristico, è qualcosa che andrebbe preservata in una teca di vetro, al fine di mantenerla intatta e cristallina. È una delizia farsi cullare nelle oscillanti curvature del suo cantare che riempiono, grazie a liriche consone, lo spazio dedicato all’amore e alla perdizione del sentimento di chiunque. Volate alto con I’ve Always Said Love e Simply Fly. (gianluca diana)

GUSTAV MAHLER
SYMPHONY NO. 9 (Alpha-Classics)
***** Scritta nel 1909 (ma eseguita postuma tre anni dopo) è forse il capolavoro assoluto del compositore boemo (1860-1911), nonché vertice della sonorità colta europea e spartiacque artistico fra due secoli. La sinfonia supera definitivamente il tardo romanticismo aprendo alla musica contemporanea: in questa versione per strumenti d’epoca la direzione di Philipp Von Steinaecker con la Mahler Academy Orchestra ribadisce il desiderio originario di evocare la condizione umana in toni filosofici e universalizzanti. (guido michelone)

DARIO MUCI
TALASSA (Zero Nove Nove)
**** Dario Muci, classe 1978, è uno degli uomini simbolo della rinascenza del suono del Salento, quella che non ha bisogno di misurini di precisione per verificarne l’autenticità filologica, ma cerca e trova il confronto con il soundscape contemporaneo. È nato a Nardò, terra di pizziche e tarantismo, ha cantato e suonato con Officina Zoè, SalentOrkestra e mille altre diramazioni. Adesso, da cantautore, un disco avvolgente, tellurico, con molti ospiti. La Fortezza Salento: ma della solidarietà che salva. (guido festinese)

PENSIERO NOMADE
ULTIME FOGLIE (Filibusta Records)
****Progetto a «geometria variabile» d’organico di Salvo Lazzara, virtuoso delle corde in diversa declinazione, comprese quelle usate nel Mediterraneo. Un tempo era esponente del primo neoprog derivativo, con gli anni idee, timbriche, ispirazione hanno sempre più attinto al patrimonio immateriale innovativo dei musicisti senza confini: dunque riferimenti a diverse tradizioni musicali, eleganza formale, flussi strumentali che sono anche flussi di coscienza. (guido festinese)

PAOLO TARSI
UNNATURAL SELF (Anitya Records)
****Una carriera musicale votata alla sperimentazione (di cui si sentono stralci in alcuni episodi del disco), Tarsi svolta verso sonorità più fruibili incentrate su tematiche liriche che si concentrano su sviluppo tecnologico e fragilità della natura, fino alla follia della guerra e la salvaguardia dell’ambiente, tra new wave, elettronica, dark wave e un’anima rock. Ospiti prestigiosi in arrivo da Duran Duran, Tuxedomoon, C.S.I., Diaframma, David Bowie, Simple Minds. (antonio bacciocchi)

SIMONI:TEOLIS
OPENINGS (Emme)
*** Nato nel 2022 il duo con Lorenzo Simoni (sax alto) e Iacopo Teolis (tromba) mette la melodia al centro del dialogo «giocando» con dieci brani sia scritti sia improvvisati. La coesione perfetta riguarda in primis le svariate influenze che vanno dai compositori del passato (Bach) e del Novecento (Hindemith, Stravinsky, Steve Reich) alle colonne sonore dei videogiochi, passando per jazzisti contemporanei come Ambrose Akinmusire e Ben Wendel. L’esito è singolare e stimolante. (guido michelone)

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