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Gli Ultrasuonati

* Nauseante ** Insipido *** Saporito **** Intenso ***** Unico TRIBUTI Schegge di memoria AA. VV. CELEBRATING THE MUSIC OF MAL WALDRON (Caligola Records) **** La bella e azzeccata serie […]

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 2 aprile 2022

* Nauseante
** Insipido
*** Saporito
**** Intenso
***** Unico

TRIBUTI
Schegge
di memoria

AA. VV.
CELEBRATING THE MUSIC OF MAL WALDRON (Caligola Records)


**** La bella e azzeccata serie storica di «nastri recuperati» della Caligola stavolta offre una vera chicca, con questa incisione del febbraio 2007 a Verona. Cristina Mazza , Sean Bergin, Daniele D’Agaro, Bruno Martini a buona parte della famiglia dei sax, l’immenso Jean-Jacques Avenel al basso, Sangoma Everett alla batteria. Tutti assieme per rendere – senza pianoforte! – un tributo palpitante alle composizioni avventurose del pianista dal tocco scuro e monkiano che a lungo fu a fianco di Steve Lacy. Schegge preziose di memoria. (guido festinese)

ALT COUNTRY
Londra chiama
Midwest

CAROLINE
CAROLINE (Rough Trade/Self)


**** Come per incanto ci si immerge nel Midwest americano, tra melodie pastorali, alt folk e quant’altro. E invece… siamo a Londra, città di questo giovane ottetto all’esordio discografico che spiazza un po’ tutti quelli che, ormai, da quelle parti si aspettano sonorità post punk e affini. E invece, dicevamo, qui sembra davvero di vagare tra le lande del Midwest, per essere poi catapultati in reminiscenze post rock che richiamano i Talk Talk o gli Slint. Insomma il disco che non ti aspetti, o perlomeno non da otto ragazzotti inglesi. Prestategli la giusta attenzione, lo meritano! (roberto peciola)

CONTEMPORANEA
Consistenza
materica

MAX FUSCHETTO
RITMICO NON RITMICO (Novantiqua Records)


***** È subito magia all’ascolto dell’incipit del nuovo album di Max Fuschetto, di cui si apprezza anche l’originale progetto grafico, molto curato, e i testi, belli e densi. Il lavoro consta di nove tracce, per una durata di trentotto minuti, e s’avvale dei compagni storici del compositore di origini beneventane. La sua musica ci dona sogni lucidi, restituendoci linee metaforiche distese tra equilibrio e svelamento, luce e notte, forma e dissoluzione. Una ricerca attenta che prosegue con forza, coerenza e consistenza materica. (girolamo de simone)

AFRO FUNK ELECTRO
Un ibrido
contagioso

IBIBIO SOUND MACHINE
ELECTRICITY (Merge)


**** Attiva da nove anni, la band londinese è un curioso ibrido – assai ingegnoso – fra afro disco, post punk e elettronica. Messa così sembrerebbe un calderone ai confini del kitsch, ma l’abilità della band e l’attento amalgama degli ingredienti, fa sì che l’album suoni terribilmente contagioso. Electricty offre dodici pezzi dove si alternano suite strumentali e interventi vocali. Protection from Evil è il manifesto programmatico, con la voce della frontwoman Eno Williams in bella evidenza su una linea di synth e un ritmo frenetico e drammatico al punto giusto. (stefano crippa)

BLUES
Senza
vincoli

SON OF DAVE
CALL ME A CAB (Goddamn Records)


**** Torna Son of Dave. Ed è ancora sorprendente. Non per partito preso, non perché stupire debba essere un vincolo. Tutt’altro. Siamo davanti a un lavoro dove il suo stile è torrido e sempre identificabile, come si ascolta nell’apertura Gimme a Doctor, ma si apprezza una franca apertura a melodie che scivolano via sinuose e tondeggianti. Gli strumenti si moltiplicano, il piano assurge quasi al ruolo da protagonista e nel frattempo si rimane incantati. Si giunge spesso a New Orleans (Don’t You Know Who I Am, End of Days). E che stile nella chiusura di Don’t Like to Say Farewell. (gianluca diana)

CLAUDIO COJANIZ
ORFANI (Caligola)
**** Parafrasando Gianmaria Testa, verrebbe voglia di scrivere che questo disco ha «il passo e l’incanto». Il passo è cadenzato, quasi sempre su tempi medi, e va lontano: a vagare in quelle terre blues che il pianista compositore friulano conosce come pochi altri. L’incanto nasce invece da quelle melodie speciali e fatate, immediatamente liriche come la conclusiva Papaveri gialli. Turchet, Colussi e Grizzo, attorno, garantiscono una ritmica empatica e perfetta. (guido festinese)

GARY LUCAS
& PETER WILLEMS
DOUBLE DARE (ZenneZ Records)
**** Nel 2019, il settantenne performer statunitense s’imbatte quasi per caso al celebre Bimhuis di Amsterdam nel giovane contrabbassista locale: nasce un sodalizio artistico che trova ora conferma in questo doppio cd dove, accanto alla rivisitazione dell’antico blues, si inseriscono sonorità rock, jazz, noise, free, con risultati espressivi di alta intensità e sana dissacrazione, nel ricordo di Captain Beefheart, che ebbe un giovane Lucas quale manager a cominciare proprio da un concerto olandese di 40 anni prima. (guido michelone)

KAJSA MAGNARSSON
& MARTA FORSBERG
KOMPISITIONER (Lamour Records)
*** Un lavoro composito che brilla per meticciare elettroacustica, sperimentazione e giocose ambizioni pop. Il risultato è difforme a seconda dei brani, anche per l’eccessiva brevità della sessione di registrazione, ma certo quelli che si impongono hanno dalla loro una caratterialità significativa. Meritorie in tal senso sono Anthem for a Twenty Nine Year Old Girl, Lur, Tjur, Hur, Mur, Filur, Djur, Kur e Jag Tänker På Vår Framtid. (gianluca diana)

THE MYSTERINES
REELING (Virgin)
*** L’Inghilterra sforna band come se non ci fosse un domani, e tra pandemie e guerre chissà se ci sarà davvero, un domani. Eccoci di fronte all’ennesimo gruppo che di sicuro raccoglierà consensi tra gli amanti del rock. Una band che sa come scrivere brani che partendo da basi simil grunge virano verso idee tipicamente brit, vedi a tratti Oasis, tenendo quasi sempre il piede sull’acceleratore. (roberto peciola)

PAOLA SABBATANI
LIBERTÀ E MALINCONIA (Una Città)
*** C’è un equilibrio cameristico meditato e davvero affascinante in questo disco della cantautrice Sabbatani, arrangiato con gusto squisito da Daniele Santimone. Il musicista suona anche, qui, una chitarra acustica a sette corde, a sostenere la voce grazie anche alla rete armonica di protezione stesa da due contrabbassi. Sono dure storie di vite di donne messe all’angolo dalla sfortuna, dal caso, e che lottano con tenacia per avere una «seconda possibilità». (guido festinese)

OLIVIA TRUMMER
FOR YOU (Flying Spark)
**** In origine la tedesca Trummer era «solo» una pianista, e che pianista: formazione tra classica e jazz, perfezionamento negli States. Poi ha cominciato ad affiancare ai tasti una voce delicata e duttile una scrittura maturata pian piano, la capacità di arrangiare e un gusto melodico che la potrebbe avvicinare a certi scintillii della Joni Mitchell innamorata del jazz. Con Bonaccorso e Angelucci di base, e gli ospiti speciali Fabrizio Bosso alla tromba e Kurt Rosenwinkel alla chitarra ecco un piccolo capolavoro. (guido festinese)

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