In 45 degli Stati Usa, più il distretto di Columbia, hanno già votato 27 milioni di persone, approfittando della possibilità del voto anticipato che questa settimana comincia anche in Alaska, Arkansas, Colorado, Idaho, North Dakota e parti della Florida. Le schede elettorali espresse finora rappresentano quasi il 20% degli oltre 136 milioni di quelle del 2016.

Alcune delle informazioni sugli elettori che hanno deciso di votare prima del 3 novembre provengono da Catalist, società che fornisce dati e analisi al Partito Democratico, ad università e organizzazioni senza scopo di lucro.

STANDO A CATALIST finora in Florida hanno votato per posta più di 2,4 milioni di persone, circa 261.000 meno di tutti i voti per corrispondenza espressi nel 2016. Dei 2,4 milioni di voti ricevuti finora quest’anno, il 30% proviene da repubblicani registrati, 49% democratici e 20% da elettori con nessuna affiliazione ai partiti. La Georgia, nonostante le lunghissime file per riuscire a votare, continua a stabilire nuovi record di affluenza giornaliera.

QUESTE NOTIZIE che al momento non sembrano le migliori possibili per Trump, hanno un’influenza sulle attività elettorali dei due contendenti ma mentre la campagna di Trump – da quando ha lasciato l’ospedale la settimana scorsa – ha abbracciato un ritmo frenetico, Joe Biden non ha eventi pubblici in programma prima del dibattito di giovedì.

NELLA SUA IPERATTIVITÀ, durante il grande comizio che ha tenuto in Nevada, Trump si è rivolto prevalentemente alle donne della provincia americana, la cosiddetta suburbia, che a questa tornata elettorale sono un ago della bilancia. Dall’elezione di Trump un pezzo dell’elettorato repubblicano della provincia con un’economia medio-alta, si è spostato a favore dei democratici, ed è composto proprio dalle donne della suburbia; questo risultato non si deduce solo dai sondaggi o dalle analisi, ma dai risultati delle elezioni di midterm del 2018. Consapevole di questo punto debole Trump sta cercando di riportare a sé questa fetta di elettorato, sempre senza rinunciare a criminalizzare le misure di sicurezza del coronavirus che nella narrativa del presidente sono un pericoloso vezzo Dem.

IL MOMENTO PIÙ SURREALE del comizio in Nevada si è raggiunto quando il tycoon ha avvertito che, se eletto, Biden «ascolterà gli scienziati» e questo porterà a più lockdown per frenare la diffusione del coronavirus. Il tema del virus continua a riscuotere successo nella campagna di The Donald: stando al New York Times ieri durante una riunione con il suo staff, cui avrebbero partecipato anche alcuni giornalisti, Trump avrebbe definito Fauci, il virologo a capo della task force della Casa bianca «un disastro», aggiungendo che la gente «è stanca» del coronavirus e «vuole essere lasciata in pace». «La gente – ha detto – è stanca di ascoltare Fauci e questi idioti, tutti questi idioti che si sono sbagliati», aggiungendo che Fauci «ogni volta che va in televisione sgancia una bomba».

IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA ha presentato accuse pesanti contro i sei cospiratori, e in molti pensano che Trump inciti alla violenza; di diverso parere Lara Trump, nuora del presidente e consigliere per la campagna elettorale, che ha invece definito il comportamento del suocero come quello di qualcuno che, semplicemente, «si diverte».

Mentre la campagna prosegue la Corte Suprema si esprimerà su due temi cari a Trump: il muro fra Usa e Messico, e la politica che richiede ai richiedenti asilo di rimanere in Messico in attesa delle udienze negli Usa. Il caso del muro riguarda i tentativi di Trump di trasferire i fondi del Pentagono per costruirlo. I tribunali inferiori hanno stabilito che l’amministrazione non ha l’autorità per trasferire 2,5 miliardi di dollari di fondi. Ora tutto si riapre.