Bartolomeo Pepe per intenderci è quel senatore che appena eletto non sapeva precisamente nemmeno dove fosse Palazzo Madama. Alla «Zanzara» disse che avrebbe cercato su google map e ci sarebbe arrivato. Roberto Fico è da sempre il delfino di Beppe, nel 2005 è tra i fondatori dei primi 40 Meetup italiani. Fu poi lui il candidato (immolato) alla presidenza della regione nel 2010, quando a correre c’erano Vincenzo De Luca e Stefano Caldoro, e nel 2011 riprovò per diventare sindaco di Napoli con risultati deludenti oltre ogni aspettativa. Posillipino lo si incontra spesso nel centro storico con i suoi cani.

Tra i due ormai è guerra aperta. Fico ha aizzato il Meetup partenopeo contro Pepe, noto battagliero della guerra dei rifiuti che non se ne andrà mai. «E’ un’operazione ordita da Fico – ha dichiarato ieri -. Attendo sereno la decisione dell’Assemblea e in quella sede non soltanto mi difenderò, ma proporrò anche alcuni interessanti spunti di riflessione. I colleghi sappiano che non mi consegnerò senza lottare».

Quindi minimizza, ricordando che è stato solo il quartiere del Vomero a sfiduciarlo domenica. Storie già viste se non fosse che a complicare le cose ci si potrebbe mettere qualche spicciolo (senza ironizzare) di rimborso. E’ questa la novità del nuovo episodio di epurazione targato Pepe-Fico e combattuto senza esclusione di colpi. E’ da febbraio, infatti, che il M5s chiede la restituzione dei rimborsi del parlamentare, circa 7448 euro per i quali sarebbe arrivato un bonifico di Pepe pari a 5199 euro. Non solo. Pepe sarebbe colpevole anche di aver criticato la senatrice Wilma Moronese, vicina a Fico.

«La maggior parte degli attivisti è con me, hanno preso atto che qualcosa non andava» minimizza Pepe forte della risposta arrivata da Acerra. Una riunione alla quale hanno partecipato un centinaio di attivisti producendo un dispaccio in cui «dissentono, con fermezza, su quanto deliberato». Un documento nel quale si contesta «Lo svolgimento condotto senza previa formalizzazione e democratica condivisione dell’ordine del giorno; le decisioni assunte da pochi convenuti (circa 40) sulla totalità degli attivisti della Campania (circa 2.000 certificati dal blog); la mozione di sfiducia ratificata nei confronti del senatore Bartolomeo Pepe, assente». Il senatore, distante a centinaia di chilometri, era a Cosenza per un convegno sui rifiuti già in programma. Il grillino (o già ex?) aveva chiesto di anticipare al sabato la riunione, ma senza risultato. Il Meetup acerrano dissente, per questo motivo, anche sul metodo e chiede una riunione d’urgenza per ribadire concetti democratici arrivando a una scelta condivisa. «Si è trattato solo di uno screzio di Fico, nient’altro – cerca la mediazione Pepe – Ma io sono pronto a spianare i problemi con lui per il bene del Movimento. Sono sereno e convinto che la cosa rientri, senza arrivare alla procedura di espulsione».

Ora si aspetta giovedì. Il capogruppo Maurizio Santangelo prova a buttare acqua sul fuoco, ma secondo i pronostici ci vorranno i pompieri. «E’ inutile e ridicolo invocare la macchina del fango o il metodo Boffo. – risponde infatti Fico – Il Meetup di Napoli non si sente più rappresentato dal modo di agire di un eletto».