È stata la Ubari 660, motovedetta della sedicente «guardia costiera» di Tripoli, ad aprire il fuoco verso i pescherecci italiani. La notizia, anticipata da il manifesto, è stata confermata ieri dalle foto della marina militare italiana. La Ubari faceva parte della classe Corrubia in dotazione alla guardia di finanza, ma nel 2018 fu consegnata ai libici insieme alla Fezzan 658. Effetto del memoradum anti-sbarchi voluto dal governo Gentiloni con Minniti al Viminale (entrambi esponenti Pd). La consegna è poi stata confermata dall’esecutivo gialloverde ed è avvenuta nel novembre 2018 a Messina, dopo un mese di formazione tecnico-operativa.

Foto scattata dalla marina militare italiana, davanti il motopesca Aliseo, sullo sfondo la motovedetta Ubari

Da allora la Ubari è una delle motovedette più attive nella caccia ai migranti. Le tante immagini scattate dagli aerei della Ong Sea-Watch la ritraggono alla ricerca di persone in fuga nelle acque internazionali davanti al paese nordafricano. Il suo nome ricorre anche nel report diffuso da Alarm Phone dopo il naufragio che il 22 aprile scorso è costato la vita a 130 persone. Il giorno prima della strage alle 14.11 un ufficiale libico comunicava al centralino che diffonde gli Sos dei migranti che la Ubari stava cercando delle barche in difficoltà. Solo otto ore dopo, però, affermava che le ricerche del gommone ancora in pericolo erano sospese a causa del maltempo.

«Ci troviamo nel paradosso che i mezzi e le armi italiane sono usate contro gli italiani nel tratto di mare che abbiamo volutamente fatto diventare un deserto», ha detto Erasmo Palazzotto (LeU). I motopesca della flotta di Mazara del Vallo stavano lavorando nelle acque internazionali su cui sin dai tempi di Gheddafi la Libia pretende un diritto esclusivo (non riconosciuto). Le organizzazioni dei pescatori italiani invocano da anni un accordo tra i due paesi mediterranei. Durante l’attacco Giuseppe Aliseo, comandante dell’Aliseo, è rimasto ferito a un braccio e alla testa. Per fortuna non è stato raggiunto dai colpi di arma da fuoco. «Siamo vivi per miracolo, ci hanno sparato a pallettoni, qui la cabina è piena di buchi», ha raccontato.