Tre barchini con 66 tunisini sono approdati in 20 minuti ieri a Lampedusa. Nonostante l’incontro ufficiale di lunedì tra la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e il presidente della Tunisia, Kais Saied, il flusso di persone in fuga dal paese nordafricano non si arresta. L’hotspot dell’isola continua a essere un inferno: nel pomeriggio, dopo il trasferimento di 200 ospiti in Molise, erano in 674, la capienza è di 95. Su uno dei barchini ha viaggiato un ragazzo paralizzato dalla nascita. Lunedì notte sono sbarcati in 128. E poi c’è stato un secondo flusso con 7 barche e 45 tunisini. Il sindaco Totò Martello: «La gente è spaventata dal Covid, prima o poi succederà qualcosa. Speriamo di no». La promessa di pattugliare le coste per bloccare le partenze non sembra essere stata recepita dalla marina tunisina. Del resto anche l’Italia ha promesso investimenti dall’Ue. I rapporti sono solidi ma fermi alle intenzioni.

LAMORGESE SI È IMPEGNATA ad alleggerire la pressione così a Lampedusa e a Porto Empedocle sono scattati i trasferimenti. Lunedì dalla tensostruttura della Croce rossa empedoclina sono scappati un centinaio di migranti, ieri ne mancavano all’appello ancora una trentina. In 320, lunedì notte, sono stati spostati nel Lazio. Ulteriori 200 ieri sono stati indirizzati in Piemonte. La sindaca 5s Ida Carmina ha scritto al Viminale: «No alla nave quarantena a Porto Empedocle. Ci vuole un’equa ripartizione degli sbarchi e una missione militare di pace che gestisca il fenomeno in sicurezza». Il problema non è solo siciliano: ieri in 12 ore sono arrivati in Sardegna 49 migranti, quasi tutti algerini e qualche tunisino.

Oggi scade il bando lampo del Viminale per la fornitura di navi per la quarantena: valore dell’appalto 4.793.200 euro per un noleggio da utilizzare fino al 31 ottobre (9 ieri i migranti positivi al Covid in Sicilia). Anche questo tema è stato usato dal premier Giuseppe Conte per chiedere la proroga dello stato d’emergenza: «Non sfugge a nessuno quanto sia attuale il ricorso a questo strumento per un ordinato svolgimento della quarantena – ha dichiarato in Senato -. È una situazione complessa che va affrontata con tempestività».

TRASFERIMENTI E NAVI sono due delle tre azioni messe in campo da Lamorgese per arginare la prevedibile crisi estiva. La terza è l’aumento della presenta dell’esercito per sorvegliare i centri dei migranti nel tentativo di scoraggiare le fughe, dopo le due di Caltanissetta e Porto Empedocle. Ma non è con le divise che si potrà allentare la pressione. Ieri si è fatta risentire l’Ue con una nota che ricalca la posizione di Bruxelles a ogni picco di sbarchi: «Siamo consapevoli della situazione in Italia, per questo da sempre l’Ue ha provveduto a fornire aiuto finanziario e operativo all’Italia ed è impegnata a coordinare le richieste di ricollocamento, gli sforzi sono già attivi».

LA GUARDIA COSTIERA TUNISINA, dopo una giornata di partenze, ha diramato una nota per informare di aver intercettato al largo di Susa, domenica notte, un peschereccio con 20 persone a bordo e ulteriori 9 persone sono state bloccate su una nave nel porto di Skanes. Cinque pescatori tunisini sono stati fermati con il sospetto di essere scafisti e altri 23 a Lampedusa sono stati arrestati, 2 i minori, con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Si tratta dell’equipaggio del motopesca tunisino Hadj Mhamed: sono sospettati di aver trasportato illegalmente, col sistema della «nave madre», 5 connazionali che avevano pagato 4.000 dinari a testa per per il viaggio dal porto di Mahdia a Lampedusa. I 5 migranti a poche miglia dall’isola sarebbero stati fatti salire su uno dei 3 barchini a motore a disposizione del motopesca e indirizzati verso le coste siciliane. Il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, ieri ha spiegato: «Cercano migliori condizioni di vita e lavoro. Per arginare il flusso servirebbero accordi politici internazionali bilaterali ovvero multilaterali con Tunisi. Non è complesso identificare gli organizzatori di questi traffici e le loro basi logistiche e predisporre efficaci servizi di prevenzione. Potrebbero esserci problemi di ordine pubblico».

MATTEO SALVINI è partito all’attacco: «Il Viminale si accorge solo ora di dover fermare i flussi dalla Tunisia». Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha provato a uscire dall’angolo: «Dobbiamo riattivare subito i meccanismi di rimpatrio verso la Tunisia». Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, si è scostato dal governo senza agitare le acque: «Il governo affronti in maniera adeguata la materia». Il senatore Sandro Ruotolo del Misto è più chiaro: «Sull’immigrazione il governo Conte deve assolutamente cambiare politica».