Da sempre presenti nelle città, gli orti urbani contemporanei non si trovano più solo lungo le linee ferroviarie o nelle aree abbandonate delle città, ma occupano ormai a pieno diritto un ruolo meno marginale, a dimostrare che un nuovo modello agricolo è possibile. A New York, per esempio, le attività di orticoltura sono sovvenzionate e a Montréal è stata scritta una «Carta dell’agricoltura urbana».

D’altronde, l’agricoltura in città rimanda a questioni oggi sempre più importanti sulla qualità degli ortaggi, la loro produzione, la natura e la lunghezza dei circuiti di distribuzione, l’efficacia dei controlli regolamentari, la ricerca della quantità e del profitto… Così gli orti metropolitani e un certo di tipo di agricoltura ormai raccontano nuove realtà, ricche di innovazioni, idee e sviluppi, con inedite dimensioni sociali, economiche e ambientali. Per raccontare le alternative alla produzione agricola tradizionale e per proporre nuove sistemi e possibilità di coltivare la città, sono nate due interessanti manifestazioni che anticipano già quest’anno i temi dell’Expo 2015: dal 30 maggio al 2 giugno si è svolto Ortinfestival alla Venaria Reale, alla sua prima edizione, e dal 7 all’8 giugno sarà la volta del Festival Internazionale degli Orti alle Serre della Villa Reale di Monza, già alla terza.

Ortinfestival è stato ospitato nel Potager Royal della Venaria Reale, alle porte di Torino; un’area di dieci ettari utilizzata già nell’Ottocento dall’Azienda Agricola della Real Casa per attività di ricerca e sviluppo in campo agronomico e dove oggi si trova il grande Edible Garden composto da antiche varietà di alberi da frutta, ortaggi, fiori eduli e piante aromatiche alpine, mediterranee e di tutto il mondo, insieme a una raccolta di tante nuove verdure esotiche che, perfettamente adattate al nostro clima, sono coltivate anche in Italia. La manifestazione, a cura del «gastronomade» Vittorio Castellani, in arte Chef Kumalè, racconta un’agricoltura contemporanea che unisce pratiche agricole millenarie e le tecniche più innovative, in un inscindibile legame tra natura, ambiente, orticoltura, gastronomia, creatività e design. Gli orti qui sono idroponici, verticali, urbani, creativi, condivisi e multiculturali, raccolti in un complesso e completo percorso espositivo e gastronomico dove si possono vedere, provare, acquistare prodotti che vanno dalla gastronomia al vivaismo orticolo e al design.

Infine un grande orto diffuso, sparso nei campi della Reggia, ha raccolto decine di erbe spontanee, utilizzate o dimenticate, buone da mangiare o utili per la salute e la bellezza. Per imparare a conoscere e riconoscere le decine e decine di verdure, erbe, tuberi e fiori presenti nell’Orto Reale sono state organizzate diverse visite tematiche accompagnate da guide etnobotaniche ed esperti gourmet.

Questo fine settimana, invece, torna il Festival Internazionale degli Orti nelle Serre della Villa Reale di Monza: due giorni ricchi di eventi, incontri e cultura sul tema di «Coltivare Energie» con laboratori, corsi di orticoltura, presentazioni e una ricca mostra-mercato dedicata alle aziende che operano nei settori della green economy, dall’agricoltura all’alimentazione.

Un grande orto verticale alto sei metri sarà il fulcro di una serie di installazioni inedite sul tema progettate e realizzate da paesaggisti italiani e stranieri che rimarranno allestite fino al 15 giugno. Curato e organizzato dall’associazione Terralab3.0, in collaborazione con il Comune di Monza, il Consorzio Villa Reale e il Parco di Monza e con il supporto dello studio Lab(U), la rassegna quest’anno diventa internazionale, grazie alla partecipazione e al contributo di realtà europee provenienti da Austria, Croazia, Francia, Slovenia, Spagna e Svizzera: nuove esperienze, tecnologie e applicazioni da vedere, scoprire, sostenere e sviluppare che raccontano le numerose innovazioni dell’attività agricola, grazie alla riduzione dei consumi di acqua e all’aumento della produzione di energia, legate alle buone pratiche tipiche della vita rurale, ma che si possono applicare anche in contesto urbano.

Obiettivo comune a entrambe le manifestazioni è, quindi, diffondere una nuova cultura agricola, urbana ma non solo, e raccontare un «ritorno alla terra» della società contemporanea che produce non solo ortaggi ma anche energie «immateriali», di solidarietà e condivisione.