«Il presidente Renzi incontri anche noi, non solo gli industriali». Lo chiedevano i lavoratori della Maserati e di Mirafiori iscritti alla Fiom, in vista della partecipazione del premier Renzi (annullata ieri sera causa consiglio dei ministri) all’assemblea annuale dell’Unione industriale di Torino, che si terrà domani straordinariamente nello stabilimento di Grugliasco, dove si producono la Quattroporte e la Ghibli. Una scelta singolare, visto che il gruppo Fiat-Chrysler non è più associato da tempo, e non senza polemiche, a Confindustria.

Gli operai, che hanno organizzato un presidio davanti alla fabbrica di corso Allamano, avrebbero voluto illustrare direttamente al presidente del consiglio il loro punto di vista e le preoccupazioni sul futuro produttivo e occupazionale del comparto auto (e non solo) della provincia di Torino. Partendo da Mirafiori, con gli oltre 4 mila lavoratori in cassa integrazione a zero ore (per non contare il numero ancor più cospicuo di quelli dell’indotto), e dalla Maserati di Grugliasco. Da quello che l’azienda chiama il «polo del lusso».

Anche se Renzi non sarà domani a Grugliasco, ha già ricevuto una lettera: «In Maserati, come Rsa, – scrivono i delegati Fiom – stiamo provando a interloquire con la Fiat per trovare soluzioni che permettano di rispondere positivamente alla richiesta del mercato, ma anche alle esigenze dei lavoratori, con l’obiettivo di un incremento dei livelli occupazionali maggiore di quello prefigurato dall’azienda». Tentativo non semplice. E Mirafiori? «Resta un emblematico punto interrogativo, perché a annunci e promesse non stanno seguendo investimenti».

Nella lettera inviata a Renzi, lavoratori e sindacalisti Fiom sottolineano come molti punti del piano industriale Fiat non siano chiari: «Abbiamo la preoccupazione che le vetture destinate (forse) all’area torinese e i loro volumi produttivi rischino di non essere sufficienti a saturare tutti gli addetti in cassa». Quando tutti gli stabilimenti erano a pieno regime tra la Maserati (ex-Bertone), la Carrozzeria di Mirafiori e la ex Pininfarina, si producevano oltre 280 mila vetture all’anno. Volumi ben lontani da quelli ipotizzati ora dal Lingotto.

Secondo le tute blu, il governo e le istituzioni locali dovrebbero sollecitare l’azienda a «un confronto stringente sulle prospettive future, cosa che i governi precedenti non hanno fatto». Per Federico Bellono, segretario provinciale Fiom, Renzi dovrebbe ascoltare anche la voce dei lavoratori, «tanto più alla luce delle vicende di questi giorni». Sottinteso c’è il recente blitz di Marchionne a Grugliasco: «I problemi vanno affrontati con tutti cercando sempre soluzioni condivise. Non come è successo recentemente alla Maserati, in occasione della visita dell’amministratore delegato, dove all’incontro con le Rsa di stabilimento noi siamo stati esclusi. Confronto, ascolto e rispetto reciproco sono le condizioni da cui partire se davvero si vogliono trovare soluzioni».
Al momento in cui scriviamo, la risposta di Renzi agli operai non è arrivata.