Una tregua strana, quella yemenita. Una tregua durante la quale i ribelli Houthi occupano il palazzo presidenziale, istituiscono posti di blocco e restano asserragliati nella sede della tv di Stato.

Lunedì il paese è stato ad un passo dal golpe, possibile epilogo della guerra civile che insanguina il paese dal 2012. Fino al cessate il fuoco, entrato in vigore nella serata di lunedì. Ieri la giornata avrebbe dovuto essere dedicata al dialogo, ma fuori le tensioni si sono riaccese: il palazzo presidenziale è stato occupato dagli Houthi dopo un pesante lancio di razzi, in quello che il ministro dell’Informazione Sakkaf ha definito un tentativo di rovesciare il presidente Hadi. I ribelli sono entrati mentre Hadi si trovava nella sua residenza, a poca distanza, protetto da guardie armate. I ribelli hanno poi istituito una serie di posti di blocco intorno ai palazzi del potere, i ministri e la residenza del premier Baha.

Resta in sospeso il negoziato tra Hadi e i rappresentanti della minoranza sciita, che chiedono al governo maggiore partecipazione politica e lo accusano di estromissione dalla redazione della nuova costituzione. Hadi, fanno sapere fonti interne, avrebbe voluto negoziare con gli Houthi la formazione di una commissione di 85 membri che ridisegni la struttura del paese: i sunniti – e l’Arabia Saudita – premono per una federazione di sei entità amministrative, proposta rigettata dagli sciiti che sarebbero relegati nelle regioni a nord, le più povere di greggio.