Una partita lunga un mese contro omosessuali e transgender. In attesa del via ai Mondiali – il 14 giugno, con la nazionale di casa contro l’Arabia Saudita – gli hooligan russi hanno mandato un messaggio chiaro agli inglesi gay e transgender al seguito della squadra di Sua Maestà. Minacce di morte, di violenze, di sopraffazione. Con il consiglio di riporre il passaporto e restare a casa.

Una lunga serie di mail minatorie sono state segnalate dalla comunità Lgbt Pride in Football alla polizia britannica. Il pericolo è serio, la scorsa settimana la Football Supporters Federation (la Federazione inglese dei tifosi), assieme alla Federcalcio ha pubblicato una specie di guida per i tifosi in trasferta, un codice di comportamenti per gli omosessuali, affinché in Russia non mostrassero palesemente i propri orientamenti sessuali. Insomma, niente baci in pubblico, abbracci o mani intrecciate per strada. E neppure sventolare le bandiere arcobaleno. Si rischia tanto, tantissimo.

E a poco è servito il cambio di rotta del governo russo, che nel corso dei mesi ha provato a mostrare un lato meno intollerante verso gay e transgender (la Russia si trova al 48esimo posto su 49 in Europa per la tutela dei diritti Lgbt), sotto l’occhio più o meno attento della Fifa, il massimo organismo mondiale del pallone, che qualche anno fa scelse – attraverso il presidente Sepp Blatter – di assegnare l’organizzazione della Coppa del Mondo alla Federazione Russa, con la benedizione di Vladimir Putin.

Con la stessa Fifa che, consapevole dei rischi, pure aveva preannunciato la produzione di una mini guida per evitare episodi di violenza sugli omosessuali.
Alexander Agapov, capo della federazione russa per i diritti Lgbt, più volte oggetto di violenze e discriminazione, ha ricordato a «The Independent» il flusso di intolleranza che tocca il calcio russo, sia a livello nazionale che regionale e che il pericolo di ripetuti episodi omofobici è assai concreto, nonostante le voci ultraconservatrici abbiano mostrato in pubblico un atteggiamento più morbido nelle ultime settimane, con l’arrivo dei Mondiali.

L’omofobia nel pallone russo arriva da lontano, ma dopo l’adozione della legge anti omosessuali da parte della Duma, cinque anni fa, il numero di crimini motivato dall’intolleranza è raddoppiato e diversi sondaggi registrano una crescente intolleranza verso la comunità Lgbt.
Per mettere a fuoco cosa attende i tifosi gay in Russia basta osservare – filmati rintracciabili in rete – le «prove tecniche» degli hooligans russi: corsi di violenza, preparazione fisica alla battaglia, un addestramento militare con alcuni bootcamp allestiti, con decine di ragazzi reclutati attraverso i social network. È operazione Mondiali. «Meglio per loro che vadano in palestra e si preparino, in qualche modo», il tono dei messaggi online.