Un’edizione di ritorni quella di quest’anno a Cannes, almeno per quel che riguarda il cinema estremo orientale. Infatti, se non ci sono nomi «nuovi» provenienti dal lembo più orientale del continente asiatico, né in concorso né nelle sezioni laterali, fatta eccezione forse per un solo film di cui parleremo più sotto, sono tre i nomi di richiamo, di volti noti per così dire, che spiccano. Hirokazu Kore’eda con Broker e Park Chan-wook con Decision to Leave saranno presenti in competizione, mentre Naomi Kawase con il controverso documentario sugli altrettanto controversi Giochi Olimpici di Tokyo è stato invitato, con una decisione che ha destato stupore, nella sezione classici.

Dopo la Palma d’Oro nel 2018 con Shoplifters (Un affare di famiglia) e dopo il suo primo film fuori dall’arcipelago, girato in Francia, The Truth, Kore’eda continua con Broker il percorso cinematografico al di fuori del suo paese, questa volta con un film girato in Corea del Sud con attori coreani. Broker, la cui idea nasce, secondo lo stesso Kore’eda, cinque anni fa, racconta di coppie che per vari motivi, ma per lo più economici, decidono di abbandonare i loro bambini, neonati, in appositi spazi, una trama che vagamente potrebbe ricordare il romanzo Coin Locker Babies di Ryu Murakami, ma che più verosimilmente sarà un’ulteriore esplorazione, da parte dell’autore giapponese, del concetto di famiglia e dei legami tra figli e genitori nella società contemporanea. Come detto il cast sarà formato interamente da attori coreani e i nomi sono di primo livello, a partire da Song Kang-ho, ormai uno dei volti più conosciuti del cinema coreano contemporaneo, a Bae Doona, già vista in The Host, Sympathy for Mr. Vengeance e Air Doll dello stesso Kore’eda, fino a Kang Dong-won, protagonista di Peninsula, film invitato all’edizione «fantasma» di Cannes nel 2020. Come direttore della fotografia è stato scelto Hong Kyung-pyo, già dietro la macchina da presa per alcuni film dal tocco visuale molto ricercato come Parasite o Burning.

Ritorna a Cannes anche Park Chan-wook, altro grande nome del cinema asiatico e mondiale, che porterà sulla Croisette il suo nuovo film, Decision to Leave, dopo aver partecipato l’ultima volta al festival francese nel 2016 con The Handmaiden. Interpretato da Tang Wei, Park Hae-il e Lee Jung-hyun, il lungometraggio è un mystery soprannaturale che vede un detective impegnato nella caccia di un sospetto assassino. Il film è stato scritto dallo stesso regista assieme a Jeong Seo-kyeong, collaboratore di lunga data di Park con cui ha già scritto fra gli altri film quali Thirst, I’m a Cyborg, But That’s OK e lo stesso The Handmaiden.
Decision to Leave è anche un ritorno del regista coreano al grande schermo, nel 2018 infatti era stato impegnato in The Little Drummer Girl, una miniserie televisiva di sei puntate andata in onda e prodotta dalla britannica BBC. Park continuerà comunque anche questo suo impegno seriale visto che è il regista della serie per HBO Il simpatizzante, tratto dall’omonimo romanzo di Viet Thanh Nguyen, in uscita a fine anno.

Altro film targato Corea del Sud è Hunt di Jung-jae Lee, uno degli attori protagonisti della serie Squid Game che con questo lungometraggio portato a Cannes debutterà dietro la macchina da presa. Ambientato negli anni ottanta del secolo scorso, Hunt sarà presentato nella sezione Midnight Screenings e racconta di due agenti speciali del governo sudcoreano impegnati a dare la caccia ad una spia nordcoreana.

In Un Certain Regard verrà presentato invece Plan 75, lavoro che rappresenta il debutto in un lungometraggio per Chie Hayakawa, un film che riflette sulle trasformazioni della società giapponese contemporanea, che sta invecchiando come nessun altro paese al mondo. La storia è ambientata in un futuro prossimo, dove un programma governativo incoraggia gli over 75 a sottoporsi ad eutanasia volontaria, un modo per porre rimedio ad una società dove gran parte della popolazione è composta da anziani. Si tratta di un lavoro che espande le idee dell’omonimo cortometraggio diretto dalla stessa Hayakawa nel 2018 e presente nell’antologia 10 Years Japan, ispirato al progetto 10 Years con cui cinque registi di Hong Kong nel 2015 riflettevano sul difficile presente della città asiatica attraverso storie ambientate nel 2025. Una dei protagonisti di Plan 75 è Chieko Baisho, leggendaria attrice sulle scene cinematografiche del Sol Levante da quasi sessant’anni. Anche se nella seconda parte della sua carriera è diventata popolare per la voce data a molti personaggi di lungometraggi animati, il suo nome è legato indissolubilmente alla Shochiku, casa di produzione di cui è stata ed è ancora uno dei volti più amati e popolari, grazie soprattutto alla personaggio di Sakura che ha interpretato nella serie Otoko wa tsurai yo, lavori comunemente noti come Tora-san, cinquanta film, quasi tutti diretti da Yoji Yamada, usciti dal 1969 al 2019. Questa sarà la sua prima presenza a Cannes.

Ha destato qualche perplessità la scelta di includere il nuovo documentario di Naomi Kawase nelle sezioni Cannes Classics, questo non solo perché si tratta di un film nuovo, ma anche perché il documentario, denominato Official Film of the Olympic Games Tokyo 2020 Side A, in patria già prima di uscire ha già sollevato più di qualche polemica. Kawase è infatti stata aspramente criticata in Giappone tanto per aver scelto di girare un lavoro dalla parte dei giochi, tanto perché in piena pandemia, tra il 2020 e il 2021, certe sue posizioni pro Olimpiadi hanno fatto imbufalire parte dell’opinione pubblica. Come se non bastasse, nel corso delle riprese ha più volte fatto trasparire, lo si è visto in un documentario sul documentario trasmesso in Giappone, la sua simpatia verso coloro, soprattutto volontari, che lavoravano per la riuscita delle Olimpiadi e un certo disprezzo verso coloro che protestavano contro i giochi. Nata, è bene ricordarlo, come regista di bei documentari che esploravano temi personali, Kawase farà uscire in Giappone questo documentario, che si focalizza sull’aspetto sportivo dei giochi, assieme ad un altro, il lato B, dove il focus sarà su tutto quello che è accaduto fuori dallo sport durante le Olimpiadi di Tokyo.