«Per noi è stato un anno devastante». C’è fatica anche nelle parole. Dal 24 agosto il corpo dei vigili del fuoco ha lavorato in pratica senza sosta, spostandosi da un’emergenza all’altra. «Quando sai che il tuo lavoro è salvare persone nella solita corsa contro il tempo, lo fai a testa bassa senza pensare ai problemi che vivi quotidianamente».
La parola «eroi», spesso abusata quando si salvano bambini come ieri a Ischia, fa il paio con «il dimenticatoio in cui rientriamo quando le luci delle televisioni si spengono e torniamo ad avere a che fare con carenze di organico e mezzi».
Parlano così i 100 vigili Usar («Urban search and rescue») specializzati nella localizzazione delle persone arrivati già martedì notte a Ischia dalla Toscana e dal Lazio. Alcuni erano ad Amatrice e nel centro Italia a settembre e ottobre, rimanendo a scavare tra le macerie per settimane. Qualcuno lo abbiamo ritrovato quest’inverno a scavare nella neve che aveva sommerso l’hotel Rigopiano. I numeri forniti dalla stessa amministrazione parlano chiaro: nel 2016 gli interventi sono stati 45mila contro i 24mila dell’anno precedente, praticamente raddoppiati. Ma il 2017 rischia di essere dello stesso tenore. «Abbiamo dovuto affrontare l’emergenza più grande: quella estiva degli incendi che colpisce regioni intere». E qui il raffronto con il 2016 propone quasi il triplo di interventi: circa 21mila, sempre nel periodo giugno-luglio, rispetto ai 7.300 registrati nello stesso periodo del 2016.
In quei giorni la parola riposo è abolita. «Ma la differenza la fanno sempre le scelte politiche», spiega Mauro Giulianella, responsabile nazionale della Fp Cgil.
Ieri ad esempio il governo ha sorpreso tutti dichiarando immediatamente lo stato di emergenza. «E ha fatto bene nonostante il territorio colpito sia limitato ad un quartiere di una piccola isola», commenta Giulianella, «anche se avrebbe dovuto farlo a maggior ragione per gli incendi». La decisione per i Vigili del fuoco «fa tutta la differenza del mondo». «Con lo Stato di emergenza noi possiamo richiamare più uomini, possiamo alternarci e riposarci, ci viene riconosciuto lo straordinario contrattuale», spiega Giulianella, «mentre senza lo stato di emergenza siamo chiamati ai doppi turni senza riposo perché non possiamo richiamare altri uomini». A rimetterci dunque sono stati soprattutto i boschi colpiti dai piromani. «Lunghe settimane in cui ogni regione ha dovuto arrangiarsi come poteva: la Basilicata ad esempio non aveva abbastanza organico e non ha potuto chiedere uomini in più perché tutte le altre regioni limitrofe avevano lo stesso problema. E il tutto senza il lavoro di prevenzione della Forestale assorbita ora dai Carabinieri», denuncia Giulianella.
Proprio ad inizio agosto è arrivato però l’annuncio della ministra Marianna Madia: 2.739 assunzioni straordinarie di cui 400 nei vigili del fuoco.
La versione della Fp Cgil e degli altri sindacati è un po’ diversa. Il corpo dei vigili del Fuoco conta ora 28.500 unità. «Ne servirebbero circa 40mila per poter lavorare correttamente, ma rimaniano alla stima di 3.500 unità sotto organico. Ebbene, all’inizio dell’anno ci erano stati promessi 23 milioni di fondi per 569 assunzioni, poi calati a 11,6 milioni che dopo le nostre proteste con Minniti sono saliti a 16 milioni», denuncia Giulianella, «ora però le assunzioni sono 400 e non tengono conto dei 331 che andranno semplicemente a sostituire chi va in pensione, col cosiddetto turn over. In più le assunzioni sono annunciate ora ma il personale entrerà in servizio solo a giugno prossimo perché il corso da sei mesi obbligatorio per formare il personale partirà solo a dicembre».
Il tutto per uno stipendio base di 1.350 euro con il contratto bloccato dal 2009. E il sentirsi chiamati «eroi» qualche giorno l’anno non può bastare.