La Banca centrale europea ha ridimensionato il piano di stimolo monetario mentre la guerra in Ucraina fa salire le aspettative di inflazione. Ieri le borse hanno bruciato circa 156 miliardi di euro. Milano è stato il peggior listino europeo (-4,2%), persi 23,9 miliardi di euro di capitalizzazione. Quella dell’Eurotower è stata una decisione contrastata nel consiglio direttivo diviso sul da farsi tra la necessità di tenere a freno l’inflazione e mantenere una crescita già tagliata al 3,7% in Europa. Nello specifico è stato deciso il rallentamento del ritmo di acquisto dei titoli sul mercato («tapering») dai 40 miliardi di aprile ai 30 di maggio fino ai 20 miliardi di giugno. A febbraio, invece, la Bce aveva deciso una riduzione degli acquisti più lenta: 40 miliardi entro giugno, 30 miliardi fino a settembre, 20 miliardi da ottobre in poi. Gli acquisti di titoli pandemici, il cosiddetto programma «Pepp», sarà completato, come previsto, a fine mese.

Da questa decisione interlocutoria sembrano usciti vincitori i «falchi» del consiglio Bce contrari alle politiche monetarie espansive che, tra l’altro, tengono in piedi i debiti pubblici di Stati come l’Italia. Per quanto riguarda l’inflazione la Bce resta convinta di un calo anche se nella situazione attuale non è dato sapere in quale misura e in quanto tempo. Ieri però negli Usa è arrivata al record di 7,9, mai così alta dagli anni Ottanta. Le dinamiche inflazionistiche in Europa sono diverse ma sembra quasi certo che nel 2022 resteranno ben al di sopra del 2% (valore statutario per la Bce) a causa del perdurare della guerra e del boom dei costi di materie prime come gas e petrolio. Due sono gli scenari per l’inflazione: il primo è oltre il 7%. con una crescita che crolla al 2,3% (4,2% era la stima pre-guerra). Il secondo è una crescita al 2,5% e inflazione al 5,9%.

Il primo rialzo dei tassi di interesse, ha detto la presidente Bce Christine Lagarde, avverrà «qualche tempo dopo» la fine del Qe, e sarà graduale, guidata dai dati e non dal calendari prestabilito. A differenza di quello che dovrebbe fare la Federal Reserve negli Stati Uniti non è però detto che la Bce alzi i tassi già quest’anno. In questo caso si teme di ripetere l’errore del 2011 quando alzò prematuramente il costo del denaro aggravando la crisi.