Fin qui il tacito accordo nel Pd era «zero polemiche» all’interno della squadra impegnata sul fronte. Non che in questi primi due mesi di emergenza tutto sia filato liscio. Ma in «guerra» il nemico è il virus, e al massimo l’avversario sono le destre. Che però da ieri sono state invitate a un tavolo comune, su idea di Goffredo Bettini subito rilanciata dai capigruppo della maggioranza al senato («Incontriamoci, maggioranza e opposizioni condividano l’iter del Cura Italia e degli altri provvedimenti all’esame dell’assemblea, per porre le basi comuni di un lavoro celere ma allo stesso tempo proficuo, nelle commissioni ed in aula»).

Ma ieri nelle chat del Nazareno non è passata sotto silenzio la fluviale intervista su Repubblica di Angelo Borrelli. Il capo della protezioni civile parlava di sé e di tutto, dalla credibilità della proporzione di «un malato certificato ogni dieci» – affermazione rimbalzata per tutto il giorno nelle conferenze stampa – fino alle «procedure lente» della burocrazia e alla necessità di «rafforzare la protezione civile».

Niente di male in tempi di pace. Ma, appunto, questi sono tempi di guerra. Così se Borrelli è pessimista sull’approvigionamento delle mascherine, il ministro Di Maio annuncia la chiusura di un accordo con la Cina per 100 milioni di presidi. Dal fronte del Pd è Stefano Vaccari, sorvegliando i toni, ad alzare il cartellino giallo: «In emergenza chi è a capo della catena di comando deve fare e parlare il meno possibile», scrive su twitter, «e quando lo fa non agitare polemiche e gettare ombre su chi c’era prima di lui o fare il mestiere di altri. Si continui a lavorare sodo tutti insieme per combattere il virus». Lo sforzo è comune, spiegano dal Nazareno: anche i dem hanno azzerato le polemiche con il Tg1 e Rai1, cavallo di battaglia dell’era pre-virus, nonostante la continua presenza in video di Di Maio e dell’ala grillina del governo. Ma vige un patto di non belligeranza. Che tutti dovrebbero osservare. Politici e tecnici. Tanto più i tecnici come Borrelli, impegnato su un fronte delicato e cruciale.