L’arte, durante la pandemia, perde la sua possibilità di incontro fisico e relazione con l’altro da sé ma si confessa online, cercando un contatto diretto nell’isolamento di atelier e case: è così che gli artisti rispondono all’emergenza Coronavirus e raccontano – con immagini, parole, video – a Imago Mundi questa loro nuova, irreale, a volte straordinaria quotidianità. Cosa sta facendo in ogni longitudine e latitudine,  una delle più grandi comunità creative internazionali che conta oltre 26mila artisti in più di 160 Paesi e comunità native? Per annullare il  «distanziamento sociale» imposto, provano ad andare in onda e a narrare la loro produzione in progress, proprio mentre si compie in studio, a casa, all’aperto.

Fra le pareti domestiche, nella sua dimora di Quito, a esempio, Miguel Betancourt, artista ecuadoregno con cui la collezione promossa da Luciano Benetton (www.imagomundiart.com) ha preso il via oltre dieci anni fa, pensa con nostalgia ai suoi cari, la figlia e la nipotina che vivono in Europa, partite in tutta fretta subito prima del lockdown e ora lontane centinaia di chilometri. E posta un video che lo ritrae insieme alla bambina mentre dipingono nel suo studio (https://bit.ly/34TV9HD).

A Tripoli, c’è Fatima Al-Ferjani, artista concettuale libica che ama l’Italia, con cui ha un legame che risale all’infanzia: da bambina ha trascorso quattro anni in un ospedale a Latina, e conserva nel cuore e in una serie di foto il ricordo dell’infermiera che l’ha curata. Nel suo studio, dipinge e lavora alla sua tesi di laurea sulle incisioni rocciose, da cui trae ispirazione per far scaturire immagini originali (https://bit.ly/2xOkYg7).

A Teheran, l’obbligo di rimanere tutti a casa ha colto l’iraniano Pouya Parsamagham, artista visuale e videomaker, nel bel mezzo di un trasloco: l’atmosfera surreale e deserta del tragitto percorso più volte tra il vecchio e il nuovo appartamento, gli ricordava i set di Cinecittà. Così, quasi come in un film, immagina il ritorno alla vita normale, con le sue consuetudini: il nonno in poltrona, la nonna che prega (https://bit.ly/3awWxRM).

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Anche l’artista hawaiana Laura Mellow si preoccupa per l’Italia e segue con apprensione la cronaca di quanto sta succedendo. Qui ha studiato arte e per questo ha deciso di intitolare l’opera che sta realizzando Aloha Michelangelo. E ancora: a Bratislava il Covid19 diventa l’ispirazione per l’artista multimediale Dorota Sadovská che, nella sua ultima tela, interpreta il supplizio di Santa Corona, giovane cristiana morta a16 anni.

Il nome del progetto – visitabile sui canali social di Imago Mundi (Instagram: @imago_mundi_art; @galleriedelleprigioni; Facebook: @ImagoMundiArt; @GallerieDellePrigioni) – contiene del resto il programma: When home is the globe, ribaltando il titolo When the globe is home della mostra prevista a Treviso il 31 marzo scorso e  rimandata a data da destinarsi, quando l’emergenza sarà conclusa.