«Il film Don’t Look Up ha tracciato un evidente e agghiacciante parallelo con il cambiamento climatico e le sue catastrofiche conseguenze sulle nostre vite. Ha così permesso di riportare nel dibattito pubblico alcuni grandi temi» recita l’appello delle manifestazioni ambientaliste svoltesi in Francia lo scorso sabato; dietro lo slogan «Look Up» hanno sfilato circa ottantamila persone in numerose città. Un invito ai governanti ad «aprire gli occhi» rispetto all’emergenza climatica, un tema passato in secondo piano nell’attuale dibattito in vista delle elezioni presidenziali del 10 aprile. Non a caso, un nuovo appuntamento è stato lanciato per il 9 del mese prossimo.

ADAM MCKAY, regista di Don’t Look Up – quattro nomination agli Oscar collezionate tra cui miglior film – ha reagito con entusiasmo, tramite i suoi social, nei confronti delle manifestazioni. «Spero diventino pacificamente rumorose come l’inferno» ha scritto in un tweet.
Non è la prima volta che la cultura popolare, e i film in particolare, ispirano slogan e movimenti politici. Dopo il celebre V per vendetta, il saluto a tre dita di Hunger games è diventato sinonimo di resistenza alle dittature in diversi Paesi asiatici.