«Il gruppo Gkn ha preso più di 3 milioni di euro di contributi pubblici negli ultimi anni. Se si prendono i soldi dello stato, si deve mantenere atteggiamento coerente da parte del gruppo senza fare scelte unilaterali e coinvolgendo per tempo le istituzioni – ha detto la viceministra allo sviluppo economico Alessandra Todde – Abbiamo proposto all’azienda 13 settimane di cassa integrazione (Cig). Non hanno un costo per l’azienda e ci permettono di bloccare la procedura dei 422 licenziamenti a Campi Bisenzio. Al termine di queste 13 settimane, valuteremo coralmente come procedere».

In attesa di una risposta da parte dell’azienda, ieri è trpelato che il governo starebbe valutando « una forte pressione su Stellantis per mettere alle strette Gkn nel caso in cui non accettasse di accedere alle 13 settimane di Cig». Stellantis è il primo cliente dell’azienda coprendo circa l’80% degli ordini. L’obiettivo dell’azienda sarebbe quello di spostare la produzione sullo stabilimento di Brunico per poi seguire Stellantis in Francia e Polonia.

«Il confronto si potrà avviare solo quando sarà ritirata la procedura di licenziamento». hanno sostenuto Michele De Palma segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive e Daniele Calosi, segretario generale Fiom-Cgil Firenze – L’azienda ha confermato che intende mantenere la procedura di licenziamento provando a dividere le istituzioni, i sindacati ed i lavoratori e aprendo ad una sorta di ‘mercanteggiamento», ma «non trattiamo sotto il ricatto di un interlocutore che vuol decidere a che tavolo trattare e su quali argomenti».

«Non crediamo ci sia nessuna reale apertura da parte di Melrose. Ma solo un tentativo di prendere tempo, di studiare la prossima trappola, di valutare come sottrarsi alla pressione mediatica e di gettare sabbia negli ingranaggi di una mobilitazione che non accenna a fermare la propria espansione- sostengono gli operai del comitato di fabbrica della Gkn – L’azienda ha ribadito più volte l’irreversibilità della distruzione dello stabilimento. La mobilitazione non deve rallentare di un millimetro il proprio cammino. Al contrario. È di fronte a queste manovre che deve riemergere con più forza la nostra determinazione. Siamo chiamati tutti a reagire. E a farlo l’11 agosto sera, nella giornata della liberazione di Firenze, in Piazza della Signoria, lato Arengario».