Il sottosegretario alla giustizia Jacopo Morrone, leghista, aveva detto mercoledì: «Sarebbe ora che non ci fossero più correnti di sinistra né di nessun genere fra i magistrati, che dovrebbero essere imparziali». E Rita Sanlorenzo, magistrata in servizio alla procura generale della Cassazione e candidata di Area alle elezioni per il rinnovo del Csm che si terranno domani e lunedì, aveva risposto nell’intervista uscita venerdì sul manifesto: «Appartenere a una corrente non ha a che fare con il venir meno del dovere d’imparzialità. Bisogna sgombrare il campo da ogni confusione e interessata sovrapposizione di piani che non c’entrano nulla».

Ieri Morrone ha insistito, ripetendo la sua sortita proprio al Consiglio superiore della magistratura, durante un corso di formazione per giovani magistrati e, a due giorni dalle elezioni, rincarando: «Mi auguro in particolare che si liberi delle correnti di sinistra». Non solo: di fronte al brusio della platea e qualcuno che lascia la sala, dopo un po’ si giustifica ma peggiora le cose: «Ho parlato così perché come voi sapete il mio partito ha una questione aperta con questi magistrati». La protesta delle toghe monta e interviene il vicepresidente del Csm: «Telefonerò e scriverò al ministro della giustizia per informarlo e chiedere di assumere delle determinazioni».

Nel pomeriggio Morrone prova a aggiustare il tiro: «In magistratura non ci sono correnti migliori di altre. Le mie parole sono un’opinione personale che non rappresenta la posizioni del ministro Bonafede». A questo punto parla anche il guardasigilli 5S: «Prendo atto che il sottosegretario ha già chiarito che quello di stamattina era un giudizio politico espresso in un luogo in cui non dovrebbero entrare le opinioni personali». E sottolinea: «Quanto avvenuto non deve compromettere il dialogo che il ministero ha già avviato e che abbiamo tutta l’intenzione di portare avanti con determinazione».