«Finalmente giustizia è fatta, anche se con molto ritardo». E’ soddisfatta Mercedes Bresso, anche se nelle sue parole non manca il rammarico per una sentenza che arriva ormai quasi a fine legislatura. «Manca un anno alle elezioni», ricorda. «Occorre cambiare la legislazione in materia elettorale per rendere più difficile fare firme false, ma anche per accorciare i tempi della giustizia»

Bresso sente di aver avuto giustizia?.

Siamo di fronte a una vittoria morale, formale, ma certo non di fronte a una giustizia sostanziale, perché quattro anni sono davvero troppi. Credo che se uno facesse ricorso alla Corte di Giustizia europea l’Italia sarebbe condannata per l’ennesima volta.

Anni in cui il Piemonte ha vissuto una crisi economica pesante, anche se certo non la si può addebitare a chi ha governato.

Ma forse le cose sarebbero andate diversamente. I primi due anni di crisi il Piemonte li aveva passati bene: eravamo riusciti a fare una serie di operazioni che hanno contenuto gli effetti della crisi e la disoccupazione non era ancora salita quando noi abbiamo lasciato la giunta. Poi concordo con lei che non è tutta colpa loro, ma certo ci hanno messo del proprio. La situazione oggi è disastrosa e i piemontesi se ne sono resi conto, tant’è vero che c’è una manifestazione dietro l’altra.

Cota ha già detto di non volersi dimettere, mentre Salvini parla di attacco alla democrazia.

Io però annoto che le prime elezioni regionali annullate furono quelle del Molise, con un presidente eletto di centrosinistra. La magistratura non è né di sinistra né di destra, è solo lenta. Quanto a Cota gli dò un consiglio, che dò anche a me stessa e a tutti i consiglieri: naturalmente si può appellare alla sentenza e fare una richiesta di sospensiva, ma la sentenza è esecutiva, quindi almeno fino al pronunciamento del Consiglio di stato ci si deve considerare annullati, perché è stato annullato il verbale di proclamazione degli eletti ed è stato detto che si deve andare a nuove elezioni. Ora io credo che adesso ci si debba considerare in ordinaria amministrazione e quindi che vadano compiuti solo gli atti assolutamente indispensabili a far funzionare l’istituzione, sia come giunta sia come consiglieri. Lo sosterremo anche per quanto riguarda alcuni adempimenti urgenti come il bilancio che non è ancora stato approvato e che deve essere ordinario, di minima, perché non possono più essere prese decisioni politiche.

Per le elezioni il Pd sembra orientato a candidare Sergio Chiamparino. Si sente esclusa?

Questa di Chiamparino è un’ipotesi fatta da parecchi consiglieri e parlamentari. Io penso che sia un buon candidato, però non spetta a me né a nessuno dire chi sarà il candidato per un’elezione che non è ancora indetta e con una coalizione che non è ancora formata. Per quanto mi riguarda preferirei partecipare alla competizione europea, perché in questi anni mi sono impegnata al comitato delle regioni e credo di aver fatto bene. Quindi vorrei continuare in quella direzione. Chiaro che diverso sarebbe stato se avessero annullato le elezioni i tempi ragionevoli. In quel caso mi sarei sentita in diritto e in dovere di ricandidarmi.