Arturo Scotto, lasciando da parte le sterili polemiche sugli abbracci, mi pare che il nodo fra voi di Mdp-Articolo 1 e Pisapia sia politico: ci si può alleare e si può governare col Pd?

Mi lasci dire che gli abbracci non sono un problema: fossi stato alla festa de l’Unità di Milano avrei salutato la Boschi anche io. Sul piano politico sono convinto che non si può fare politica col torcicollo, ha ragione Pisapia. Ma per farlo dobbiamo essere realisti: le politiche di questi anni su lavoro, sulla giustizia sociale e la democrazia rendono impossibile oggi l’alleanza col Pd di Renzi. Per cui c’è la necessità di costruire un’alternativa politica al Pd, un cantiere il più aperto, inclusivo e partecipato possibile, che riequilibri i rapporti di forza nel campo del centrosinistra. Hic Rhodus, hic salta.

Già a piazza Santi Apostoli il primo luglio però la vostra gente aveva applaudito molto di più Bersani rispetto a Pisapia, che non aveva brillato per proposte di sinistra e discontinuità. È ancora il leader di questo cantiere?

A Santi Apostoli ho sentito parole molto chiare che mi hanno confermato che siamo sulla strada giusta. È stato Giuliano Pisapia a parlare di reintrodurre l’articolo 18, della tassa sulla casa per i ricchi, di un piano di assunzioni per i giovani. Ora dobbiamo smettere di discutere sui metri di distanza dal Pd e ragionare di proposte concrete. Ne dico una in particolare: in questi giorni sono andati a fuoco ben 50mila ettari, qualcosa come 100 volte Central Park a New York. Propongo che nella prossima legge di bilancio il governo destini l’1 per cento del Pil, 16 miliardi l’anno per 5 anni, per interventi sul dissesto idrogeologico e che questa diventi la prima campagna del nostro nuovo cantiere che proporremo al Paese in queste settimane.

Al momento non sembra essere la priorità del governo: si parla di bonus assunzioni, bonus bebé. Sembra un annuncio di sfiducia che di certo non farebbe piacere a Pisapia…

Se il governo già nella nota di aggiornamento al Def di settembre non proporrà elementi di politica economica espansiva per me Articolo 1 non la voterà. Se la votino con Berlusconi ed Alfano.

Pisapia ha rimandato un incontro previsto con voi con una nota firmata anche da uno dei vostri, Ciccio Ferrara, che è molto dura. C’è spazio per ricucire?

Il nostro obiettivo è costruire un cantiere. Questo nasce e appassiona solo se è partecipato e democratico, non se è un amalgama tra stati maggiori. Propongo che in autunno il nostro popolo sia chiamato a scegliere il simbolo, l’indentità programmatica e i volti che dovranno rappresentarlo.

Insisto, sembra che Pisapia sia un leader senza popolo e voi un popolo senza leader. Lui parla di «un nuovo soggetto politico di centrosinistra». Voi accettate la sfida e siete pronti anche a sciogliere Articolo 1 per arrivarci?

Nessuno ci ha chiesto o ha parlato di scioglimento. Mdp-Articolo 1 è un movimento, non un partito. Lo abbiamo deciso perché la nostra ambizione è quella di costruire qualcosa di più grande. In pochi mesi abbiamo riportato alla politica tanti uomini e donne che erano andati a casa, sul territorio abbiamo una rete forte e radicata di militanti e amministratori. Tutto questo è un patrimonio fondamentale per la sinistra e la democrazia di questo paese, da cui non si può prescindere. Ora bisogna dare gambe e fiato al progetto e offrire a tanti e tante un passaggio popolare vero. Questo è l’unico modo per evitare che poi questo soggetto politico si sfasci un minuto dopo delle elezioni.

Scotto, lei ritiene ancora possibile formare una sola lista a sinistra del Pd. Fratoianni sembra già dare per scontato che Pisapia non sia più il leader…

Alcuni esponenti della sinistra sbagliano a rimuovere il fatto che Giuliano Pisapia esista e produca fatti politici chiari e inequivoci. Ho sempre pensato, e l’ho detto al congresso di Sinistra Italiana, che fosse sbagliato creare isolotti nell’arcipelago della sinistra e che mi sarei battuto e mi batto per creare un’unica isola: una sola proposta a sinistra del Pd con un suo programma radicale e alternativo. Un soggetto politico e non una federazione di correnti, con cultura di governo e una forte omogeneità valoriale e programmatica. Per questo continuo a tenere le porte spalancate alla minoranza del Pd come ai protagonisti del Brancaccio. A loro dico: mettetevi in gioco come noi, portate le vostre forze in un processo democratico.