Cara direttrice,
Le scrivo per un articolo di Andrea Capocci «Un sisma imprevedibile ma non impossibile» del 18 novembre scorso. Il tono insultante mi ha meravigliato visto l’equilibrio che il manifesto ha tenuto su tutta la vicenda aquilana.
Capocci trova «difficile concedermi l’attenuante dell’ingenuità» perché in altri tempi avrei «aizzato la Senatrice Gabriella Carlucci contro Luciano Maiani» dimostrando così una «scaltrezza che mi consigliò di non espormi troppo all’Aquila». Se Capocci leggesse gli atti del processo scoprirebbe che il sindaco de L’Aquila Massimo Cialente chiese lo stato di emergenza dopo avermi sentito descrivere (esponendomi decisamente) l’alta pericolosità sismica della sua città nella riunione della Grandi Rischi del 31 marzo 2009. Il sindaco lo disse durante la sua deposizione al processo senza essere poi accusato di falsa testimonianza.

Capocci farebbe meglio a chiedersi perché lo stato di emergenza non fu concesso e chi non lo concesse, invece di dedicarsi a pettegolezzi su episodi ormai lontani.

Maiani fu nominato presidente del CNR dal suo collega della Sapienza Parisi incaricato a svolgere questo compito dall’allora Ministro della Ricerca Fabio Mussi. All’epoca Mussi e Parisi stavano infatti fondando uno dei tanti partiti politici.

Maiani e Parisi, due fisici che secondo Capocci tutto il mondo ci invidia, firmarono una lettera durissima contro una visita di Papa Ratzinger alla Sapienza che generò una reazione altrettanto dura da parte della Senatrice Carlucci e del suo partito. Un “bello spirito” bravo con i computer e dello stesso ambiente di Maiani, Parisi, e Capocci…. riuscì a “legarmi” alle esternazioni della Carlucci (come fu dimostrato da un ricercatore del CNR).

Fui impressionato dalla quantità e qualità dei violentissimi insulti a sfondo sessuale che poi la Carlucci subì dai numerosi supporters di Maiani, Parisi, Mussi… Un episodio vergognoso di cui Capocci e i suoi “prestigiosi” sodali dovrebbero ancora vergognarsi!

Evidentemente questa storia della Carlucci poco ha che fare con il processo de L’Aquila. Capocci l’ha tirata in ballo, senza esserne informato bene, per tentare in malafede di attenuare la grande amarezza da lui provata nel sapere che a L’Aquila sono stato assolto con formula piena.

Non “aizzo” senatrici e tre Giudici mi hanno giudicato innocente. Capocci dovrà invece continuare la sua squallida vita con tutte le sue frustrazioni.
Gentile Direttrice, la prego di pubblicare questa mia lettera.