Visioni

Giovanni Truppi, l’importanza del sentimento

Giovanni Truppi, l’importanza del sentimentoGiovanni Truppi – foto di Mattia Zoppella

Sanremo L'artista partenopeo in gara con un brano raffinatissimo. «Parla dell’amore anche come scelta, quando si pensa di portare qualcosa con se per un tempo lungo e questa dedizione può essere legata anche a un ideale».

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 5 febbraio 2022

Raffinato, intimista e dalla prodigiosa densità compositiva, Giovanni Truppi ha debuttato in gara a Sanremo 2022 con la sua Mio padre, tua madre, Lucia. Brano scritto con la complicità di Pacifico e Niccolò Contessa che sembra echeggiare la nobiltà di cantautori come Flavio Giurato. E, proprio ieri, Giovanni ha pubblicato Tutto l’universo, antologia di quasi dieci anni di carriera dove ha saputo spaziare dal lo-fi al cantautorato più classico «Questo disco è un modo per raccontarmi e fare il punto» ci confida Truppi «C’è stata quasi una selezione naturale fra le canzoni anche perché i miei dischi sono molto diversi fra loro. Ho voluto dare lo stesso peso ad ogni album». Nel disco ovviamente anche il brano presentato a Sanremo «È una canzone d’amore che inquadra un rapporto ma credo ci sia anche una parte di consapevolezza che non sempre associamo ai sentimenti. Parla dell’amore anche come scelta, quando si pensa di portare qualcosa con se per un tempo lungo e questa dedizione può essere legata anche a un ideale». Anche la cover, un foglio bianco con semplicemente nome e titolo – che sembra richiamare quelle di Lucio Battisti epoca Panella – rimarca la cosa «Ho avuto io l’idea. È la mia calligrafia perché volevo trasmettere una grande intimità. Il brano ha una sua austerità e volevo che la veste grafica la rispecchiasse. In più, in ottica Sanremo, dove in pochi prima mi conoscevano, sentivo il bisogno di marcare la mia identità e le mie sfumature di sobrietà e asciuttezza».

LA CANZONE VEDE, per la prima volta nella sua carriera, anche la presenza di altri autori «Credo che l’epoca in cui stiamo vivendo sia laboratoriale, in senso virtuoso. Viviamo in un momento di grande rimessa in discussione di tantissime cose. Il dibattito è fondamentale, come il recuperare una dimensione collettiva penso sia quello che si debba fare in generale e, tornando al mio lavoro, vorrei continuare a esplorare questa dimensione e lasciare aperto il mio laboratorio creativo». Nel futuro un nuovo disco e chissà, specialmente dopo il debutto lo scorso anno come scrittore con L’avventura «Un po’ per indole, sono abituato a lavorare guardandomi dentro, oppure sul ricordo o sull’invenzione. La scrittura del libro invece si concentrava sull’istante, era tutto focalizzato nel presente. E mi sono accorto che questa cosa, applicata alla musica, forse può diventare un altro mio viaggio esplorativo».

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