Non te li aspetti così, anticapitalisti e marxisti dichiarati. Si ispirano a Rosa Luxenburg e alla Vienna Rossa degli anni ’20. «Ancora oggi Vienna e l’Austria traggono profitto da quell’esperienza», ci dice Julia Herr che presiede la Sozialistische Jugend (Sj), gioventù socialista, l’organizzazione giovanile del partito socialdemocratico (Spoe). 60mila iscritti, 120 anni di storia alle spalle, gode di ampia autonomia, non paragonabile ai Jusos tedeschi.

Ventiquattro anni, studentessa di sociologia, Herr è candidata nelle liste Spoe alle elezioni di domenica. Ne parliamo con lei nella sede a Vienna.

Come va la sua campagna elettorale? Riesce a parlare di programmi o deve sempre rispondere dell’infelice affaire Silberstein?

No, la cosa mi sorprende, ma c’è molta differenza tra la gente che incontro per strada o nelle scuole e quello che scrivono o che interessa ai giornali. Qualcuno mi interpella su questo argomento, ma la maggioranza no. È così anche per gli altri candidati e candidate. Ci sono dei temi più interessanti per le persone, come la casa o i posti di lavoro.

Quali sono i temi più importanti?

Sono connessi uno all’altro. Chiediamo un’imposta aggiuntiva patrimoniale per i milionari. Ce ne sono 148mila in Austria, potrebbero portare ad una somma fino a 6 miliardi. Con quel denaro vogliamo finanziare l’edilizia pubblica. Gli affitti sono troppo alti, proprio per i giovani.

È anche il programma della Spoe?

Nel programma elettorale la patrimoniale non compare, ma è parte del programma del partito.

Come si è potuto arrivare all’appalto a Silberstein?

Non lo so. Come Sj fin dall’inizio abbiamo detto che eravamo contrari alla scelta di campagna parallela. Le nostre campagne le gestiamo da soli e siamo orgogliosi come giovani di esserne capaci. Penso in generale che non si possa delegare la campagna elettorale ad agenzie o consulenti esterni. Alla domanda su cosa si vuole raggiungere per il futuro di un paese, bisogna rispondere secondo la propria ideologia e contenuti coerenti con la propria strategia.

Come Sj ragioniamo anche a lunga scadenza, oltre la campagna elettorale, su come possiamo creare una maggioranza progressista. Credo comunque che la Spoe vada vista nel suo insieme, le due-tre figure in primo piano non rispecchiano il partito. La gente che alle 7 del mattino distribuisce volantini nelle stazioni non ha nulla a che fare con Silberstein.

Eravate in primo piano quando Werner Faymann è stato fischiato alla manifestazione del primo maggio 2016 per la sua politica oscillante e di cedimento ai popolari sulla questione del tetto massimo di rifugiati da accogliere. Kern non è altrettanto oscillante?

Sì, è vero. All’inizio della campagna elettorale ci siamo chiesti in che direzione saremmo andati, non c’era una linea chiara. Ci sono delle differenze tra Doskozil (ministro della difesa, nda) e Kern. Ma poi in estate è stata decisa e votata una linea chiara e univoca. Detassare i redditi fino a 1.500 euro e tassare le rendite, difesa e investimenti nello stato sociale.

Sui migranti Kern sembra non avere una linea propria. Da ricordare il suo rifiuto iniziale ad accogliere un piccolo gruppo di minori non accompagnati dall’Italia nell’ambito dei ricollocamenti europei previsti.

Allora aveva seguito le pressioni di Doskozil. Come gioventù socialista lo abbiamo condannato con un apposito comunicato. Credo che non porti a niente tentare di superare la destra a destra, bisogna distinguersi nettamente su questo tema.

I sondaggi danno vincente Kurz e la Fpoe in crescita, alle porte sembra esserci una coalizione nero-azzurro.

È un’opzione realistica. Se poi i partiti piccoli non dovessero entrare in parlamento, potrebbero avere una maggioranza di due terzi e così annientare leggi e riforme importanti. Non voglio pensare a cosa può accadere alle pensioni, ai beni comuni, con quale velocità verranno privatizzati. Bisogna far capire che un governo nero-azzurro è la variante più probabile e che solo la Spoe può fermarlo.

Come spiega l’avanzata della destra in atto?

La Spoe ha fatto molti errori. Doveva uscire dalla grande coalizione già a gennaio, non farsi logorare. C’è molto scontento nel paese con la Grosse Koalition, anche da parte nostra. Quando Kurz l’ha fatta saltare promettendo di cambiare tutto, ha acquisito tutto un altro slancio. Kern non avrebbe dovuto rimanere fedele così a lungo al governo anche quando era già chiaro che Kurz voleva diventare cancelliere. Per questo da mesi insieme al ministro degli interni Sobotka hanno bloccato ogni attività di governo. Come Spoe si doveva dire: bene, ce ne andiamo per non lasciare l’agenda a Kurz.