Il collettivo R-Esistenza Jazz è tornato a farsi sentire con la seconda edizione del festival “Tutto il Jazz Impossibile” (8-10 ottobre). La musica della rassegna ha trovato un’inedita collocazione al LOA Acrobax (con il supporto organizzativo dell’associazione Disordinati Musicali) ed ha registrato il maggiore afflusso nella seconda serata (tra gli altri hanno suonato Carla Marcotulli, Antonio Apuzzo, Maurizio Urbani, Riccardo Fassi, XY Project di Angelo Olivieri, Antonello Salis, MAT di Marcello Allulli), mentre la terza – quella con i Dj live set del “World Dance Jazz Festival” – è stata penalizzata dal maltempo.

Chi scrive ha assistito alla serata inaugurale dell’8 che ha proposto, come le seguenti, due flussi di concerti divisi tra un palco esterno (in parte coperto) ed una più raccolta “sala rossa”, in un continuum di situazioni sonore. Sul palco grande si è esibita la big-band diretta da Mario Corvini le cui note si sono intrecciate con una suggestiva “action painting”. L’orchestra – distribuita sul palco e ricca di un’ampia tavolozza timbrica, dalla tuba alla chitarra elettrica – ha proposto brani policromi del suo leader (“X2K4” e “X2K3”) ed arrangiamenti ispirati a Gil Evans, quale l’hendrixiana “Little Wing”. Intorno alla musica, nella dimensione colorata e postindustriale dell’Acrobax (spazio sociale nei pressi di ponte Marconi, ricavato da un cinodromo), un’intensa circolazione di pubblico composto in parte da musicisti ed operatori, tra pizze, birre, saluti, discussioni, progetti… Ad esaltare il clima di incontro sono, peraltro, intervenute le street band Fanfaroma e Stradabanda. Sul palco esterno hanno, ancora, suonato il pianista Natalio Mangalavite in un energico e trascinante solo e , a serata inoltrata, un gruppo con, tra gli altri, Ivano Nardi, Mario Paliano e Marco Tocilij. Nella prima parte della serata c’è stato anche il concerto di Roots Magic (Alberto Popolla, Enrico De Fabritiis, Gianfranco Tedeschi e Fabrizio Spera) il cui ultimo album “Hoodoo Blues” (Clean feed records) è di alto valore.

Nella “sala rossa”, in una dimensione più intima, si sono tra i molti esibiti Marco Colonna e l’originale quartetto composto da Antonella Vitale / Danielle Di Majo / Gaia Possenti / Giulia Salsone: set più brevi ma intensi, con proposte sonore di spessore. Rispetto all’edizione 2014 il festival si è concentrato sulle proposte artistiche, rinunciando a momenti organizzati di incontro e dibattito, pur mantenendo la vocazione e l’aspirazione ad <> in un <>.