Ieri, Giornata mondiale contro la pena di morte, Amnesty International è tornata a denunciare il trattamento disumano riservato ai condannati e ad auspicare l’abolizione totale nel mondo. Con l’occasione è stata annunciata una campagna di pressione su 5 paesi (Bielorussia, Ghana, Giappone, Iran e Malaysia) in cui le condizioni nei bracci della morte sono considerate più critiche. Nel 2017 Amnesty ha registrato 993 esecuzioni in 23 paesi (il 4% in meno rispetto al 2016 e il 39% in meno rispetto al 2015). Al netto della Cina, dove i dati sull’uso della pena capitale restano un segreto di stato.